Attualità

Furio Colombo, una vita con gli Usa nel cuore

di Angelo Vitale -


Un giornalista di razza come poche decine di altri della sua generazione, Furio Colombo, morto all’età di 94 anni. Noto anche al grande pubblico, pure televisivo e specialmente a quello degli anni ’80 e ’90 quando non esistevano ancora le cronache sbracate dei talk e le televisioni proponevano, quando volevano, i suoi argomentati e puntuti commenti sugli Stati Uniti nei quali fu corrispondente per La Stampa e per La Repubblica, era nato in Valle d’Aosta da una famiglia israelita e negli anni ’50 aveva alternato la pratica dell’avvocatura alla scuola di giornalismo e cultura della prima Rai con Umberto Eco – con lui fondò il Gruppo63 -, Piero Angela e Gianni Vattimo. Nel febbraio del 1961 il suo primo articolo, una chiacchierata con Eleanor Roosevelt pubblicata nel paginone centrale de Il Mondo diretto da Mario Pannunzio (“Una amministrazione conservatrice incoraggia il conformismo e il conformismo è capace di crescere smisuratamente, funziona più delle leggi e dei controlli, produce la più rischiosa delle censure quando la gente arriva al punto di sentire il silenzio giusto e necessario”). Nel 1967 fu nel Sinai per documentare la Guerra dei sei giorni, nel 1968 a Saigon durante l’offensiva del Têt.

Nei ’70 cominciò ad insegnare giornalismo, fondando nell’Università di Bologna il Corso del Dams dedicato alla teoria e alle tecniche dei media e del linguaggio radiotelevisivo. Lo insegnò anche alla Columbia University di New York e alla Università della California a Berkeley.

Del pianeta Usa Furio Colombo conosceva ogni sfaccettatura – di recente aveva raccontato di aver frequentato con Raffaele La Capria e Alberto Arbasino un corso di politica il cui docente era Henry Kissinger -, scrisse per il New York Times e per la New York Review of Books. E’ stato testimone delle marce di Martin Luther King, dei viaggi dei Beatles in India e delle presenza di Che Guevara a Cuba con Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Françoise Sagan. Ha ricevuto lettere di Joan Baez dal carcere, “rubato” un’intervista a Woody Allen, conosciuto Andy Warhol, Susan Sontag, Arthur Miller, Tom Wolfe, Norman Mailer, Leonard Bernstein, Mark Rothko, Muhammad Ali e Frank Sinatra. E intervistato per le sue ultime parole pubbliche Pier Paolo Pasolini.


Torna alle notizie in home