“Fredda e senza scrupoli”: per il Riesame Chiara Petrolini deve andare in carcere
Fredda, lucida, senza scrupoli, così il Tribunale del Riesame dipinge Chiara Petrolini decidendo per lei il carcere, una misura che però non scatterà in attesa di una decisione della Cassazione. “Estrema lucidità. Inusitata freddezza esecutiva. Sconcertante assenza di scrupoli o remore. Apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza. Inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime. Eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione. Mancanza di partecipazione e di compassione”. Queste le caratteristiche della sua condotta per il Riesame nell’esaminare il caso della 21enne indagata dopo il ritrovamento di due neonati morti nel giardino di casa.
Affermato il pericolo di reiterazione criminosa che non può essere limitato all’uccisione del proprio figlio appena nato, giacché, tecnicamente, le esigenze cautelari sono riferite ai delitti della stessa specie, così il Tribunale. Perché, se si volesse ritenere che il pericolo di reiterazione criminosa sia ridotto alla sola negazione di maternità (e dunque fosse ravvisabile solo nell’omicidio di un proprio figlio neonato), ecco che in concreto proprio gli arresti domiciliari presso i propri familiari si rivelano inadeguati, come sintetizza una nota del procuratore di Parma Alfonso D’Avino, che insieme alla pm Francesca Arienti aveva firmato l’appello contro i domiciliari, ritenendoli misura inadeguata.
La giovane rimane per ora ai domiciliari, in un’altra casa con i genitori, finché non si esprimerà la Cassazione sul ricorso della sua difesa. Il procuratore di Parma Alfonso D’Avino sottolinea pure come il Riesame abbia valutato che il parto del 7 agosto 2024 e il seppellimento del neonato avvennero con i genitori in casa e nessuno si fosse accorto di nulla. Le due gravidanze, i due parti, le due morti, le due soppressioni sono tutte avvenute tra le mura domestiche, dove erano presenti i genitori di Chiara Petrolini, per cui non può essere né sufficiente né adeguato il controllo parentale.
I fatti. Chiara Petrolini – secondo i suoi difensori affetta da “disturbi della personalità” – è indagata per omicidio e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento dei resti di due neonati, partoriti a più di un anno di distanza (maggio 2023 e agosto 2024), nella villetta di Vignale di Traversetolo in provincia di Parma dove la ragazza viveva con la famiglia. Lo stesso giorno, il padre, nell’andare al piano di sotto dov’era la figlia che aveva appena partorito, aveva notato il sangue sui tappeti, sul lavandino e sul rubinetto, ma si era accontentato della spiegazione sul ciclo mestruale abbondante. E poi, quando il 9 agosto i genitori erano stati raggiunti dalla notizia che a casa loro era stato trovato un neonato morto e che c’erano i carabinieri e forse anche i Ris, non avevano ritenuto di anticipare il rientro dall’estero ma proseguirono la loro vacanza fino alla data programmata e questo in quanto, per ammissione della madre, non ci si voleva “rovinare il viaggio così lontano e organizzato da tempo”. In un colloquio intercettato il 19 agosto, sempre la madre si era mostrata preoccupata di dover andare via di casa e forse anche dall’Italia.
Secondo i giudici, Chiara Petrolini, quando diede sepoltura al neonato partorito il 7 agosto nel giardino di casa, non voleva solo nasconderne temporaneamente il corpo, ma “sottrarlo in via definitiva alla scoperta da parte di terzi”. Un nascondimento del cadavere realizzato in maniera tale da assicurare, con alto grado probabilità, la sua definitiva sottrazione alla scoperta da parte di terzi. Al pm che le contestava la ricerca sul web subito dopo il parto (“dopo quanto tempo puzza un cadavere”), Chiara Petrolini rispose: “L’avevo cercata per i cani, perché pensavo che potessero sentire l’odore e quindi tirarlo fuori. Io non l’avrei mai spostato da lì”.
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