Fratelli d’Europa: il senatore Luca De Carlo: “L’avversario è sempre la sinistra”
Il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione e segretario di FdI in Veneto sottolinea: “L’importante è che ragioniamo in termini di coalizione. Per me l’avversario è sempre la sinistra”
“Sento parlare di autonomia dal 2017. C’è stato un referendum e si sono susseguiti diversi governi, in alcuni dei quali la Lega era in maggioranza, come nell’esecutivo gialloverde e Draghi, ma nessuno ha portato a casa l’autonomia. Anzi, nessuno l’ha portata in discussione. Arriva il governo di Giorgia Meloni, quello che non dovrebbe fare l’autonomia secondo una certa vulgata, e nel giro di pochissimi mesi il Consiglio dei ministri licenzia il provvedimento e siamo a buon punto in Parlamento. Come sempre i fatti declinano le situazioni meglio delle parole. Il treno dell’autonomia differenziata è un convoglio che viaggia verso l’obiettivo grazie alla premier”. Il senatore Luca De Carlo, bellunese di 50 anni, segretario regionale di Fratelli d’Italia, da 14 anni sindaco di Calalzo di Cadore e presidente della IX Commissione del Senato agricoltura, industria, commercio, turismo e produzione alimentare, è reduce dal vertice dei leader del Corno d’Africa alla Fao a Roma sui sistemi alimentari. Un tema che lo appassiona.
“C’è una ritrovata centralità dell’Italia nella politica estera, soprattutto nel Mediterraneo – prosegue De Carlo – e deriva dal fatto di guardare ai Paesi africani come partner alla pari, realtà con cui collaborare e cooperare. I riscontri sono importanti, i leader africani sono entusiasti, anche perché avvertivano in precedenza dall’Europa un trattamento supponente”.
Anche perché hanno un sottosuolo ricchissimo.
Appunto, con il 60% dei terreni arabili e che non vengono coltivati non solo per ragioni economiche e di arretratezza tecnologica, ma per un complesso di cose che se ci mettiamo assieme possiamo aiutarli a risolvere i loro problemi in maniera corretta. Un approccio che hanno apprezzato molto.
La nuova crisi del grano all’orizzonte a causa del comportamento russo è emblematica.
Acuisce una situazione di per sé difficile in primis per l’Africa. Speriamo che gli appelli del segretario generale dell’Onu Guterres, del Papa e anche del presidente Mattarella, che ha sottolineato come sia una questione globale che tocca tutti, siano ascoltati da Putin.
La primavera prossima ci saranno le Europee. FdI è reduce dall’exploit delle Politiche, soprattutto in Veneto dove ha colto il miglior risultato nazionale. I cugini leghisti rosicano.
Abbiamo vinto perché il messaggio di Giorgia Meloni, che ha parlato direttamente al Veneto produttivo, che aveva le tasche piene di sentire parlare di reddito di cittadinanza perché pensa al valore del lavoro come fondante una comunità, ha fatto breccia ed era diretto agli imprenditori e ai suoi lavoratori, perché nel Veneto al conflitto da sempre si predilige un’azione sinergica in un ottica complementare tra capitale e lavoro. L’abbattimento del cuneo fiscale è stato apprezzato. La sfida adesso è di consolidare.
Un compito, senatore, non facile vista la concorrenza interna al centrodestra.
Il Veneto è notoriamente moderato e pragmatico, FdI ha sempre ragionato in ottica di coalizione. Succedeva anche quando la Lega era il primo partito. Dov’era più comodo che i candidati fossero della Lega non ho mai fatto battaglie per piantare le bandierine. L’importante è parlarsi e far comprendere all’opinione pubblica che ci muoviamo nell’ottica del centrodestra. Per me l’avversario è sempre la sinistra.
Alle comunali di Verona e Vicenza però vi siete divisi.
Sono due vicende diverse. Verona è stata la riprova di quello che non bisogna fare. Uniti vinciamo, divisi perdiamo. Perdere una città che storicamente è di centrodestra fa male. Un monito per il futuro. A Vicenza, invece, è stato indebolito dall’interno il sindaco uscente che era candidato della coalizione.
Una delle critiche mosse a FdI è di non avere una classe dirigente alle spalle della leader.
È un’accusa malevola e pregiudiziale perché la nostra classe dirigente ha fatto la gavetta. Dire che dietro la premier non c’è una dirigenza all’altezza non rispecchia la realtà dei fatti. FdI ha personale politico che ha esperienza nelle istituzioni e che garantisce il rispetto delle istituzioni stesse.
In Veneto è d’attualità la questione autostradale. L’ha posta il governatore Zaia: dalla Pedemontana al gestore pubblico della Brescia Padova alla bretella aeroportuale.
Partiamo col dire che quella dei trasporti è questione centrale per la nazione. Abbiamo un gap infrastrutturale pesante. La logistica è stimato pesi sui conti un 38%. Il governo di centrodestra scelto dal popolo sta facendo un ragionamento complessivo sui trasporti e predisporrà un piano strategico nazionale sulla mobilità e le infrastrutture. Non si agisce a spizzichi e bocconi su un tema così delicato.
Torniamo all’autonomia, senatore De Carlo. La scommessa è rendere più efficiente la macchina statale.
Certo, dopo di che ogni regione sceglierà quali materie intende farsi trasferire per gestirle sul proprio territorio, e quali lasciare allo Stato. È una riforma epocale che comporta un’assunzione di responsabilità maggiore.
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