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Francia, Le Pen sotto indagine per i finanziamenti elettorali. In Rn si dimette il dg Pennelle

di Giorgio Brescia -


Guai interni ed esterni al partito per Marine Le Pen: aperta una inchiesta sui fondi ricevuti per le presidenziali del 2022, mentre si dimette il dg di Rn, Pennelle. La Procura di Parigi si è decisa a questa mossa in seguito a un rapporto del 2023 della Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques che vigila sul limite di spesa imposto dalla legge ai candidati durante le elezioni. Non solo la Le Pen sarebbe indicata nel rapporto.

L’avvio del procedimento lo scorso 2 luglio, con la partenza di un’indagine per fare luce su presunti finanziamenti illeciti della campagna elettorale della leader di Rn.

L’emittente BFMTV rammenta che, durante ogni elezione, ai candidati presidenziali è vietato superare un limite di spesa stabilito dalla legge. Con le fatture giustificative, il Comitato di controllo esamina quindi i conti elettorali di ciascun candidato per vedere se è rimasto nei limiti. Di seguito, se i candidati hanno rispettato le regole stabilite, lo Stato rimborsa loro una parte delle spese elettorali. Invece, se i candidati non rispettano le regole, la Commissione può procedere ad una completa rimodulazione del loro conto elettorale, riducendo il rimborso concesso dallo Stato e, ove sia ritenuto necessario, dare il via ad azioni legali per indagare.

È su questa base che il CNCCFP ha presentato alla Procura di Parigi un rapporto, ai sensi dell’articolo 40, sul resoconto elettorale di Marine Le Pen durante le elezioni presidenziali del 2022, aggiunge l’emittente.

Ma Le Pen è anche alla prese con una resa dei conti interni alla sua formazione politica, ove la ricerca dei motivi che hanno condotto all’arretramento di Rn durante la seconda fase delle elezioni legislative si accompagna irrimediabilmente all’individuazione di responsabilità personali.

Deve leggersi in questo quadro la notizia delle dimissioni del direttore generale di Rn, Gilles Pennelle. “La lotta continua… Più che mai!”: con queste parole l’eurodeputato aveva salutato il risultato del Rassemblement National di domenica sera, riferendosi ai “risultati storici” della sua regione, la Bretagna, tradizionalmente ostile all’estrema destra. Magro risultato, in Bretagna: il Rn non ha poi ottenuto alcun seggio. Il motivo? “Alleanze innaturali”, secondo Gilles Pennelle. Coinvolto da molti anni in una missione per far avanzare il partito di Marine Le Pen in Bretagna, il consigliere regionale e deputato al Parlamento europeo aveva scalato i ranghi all’interno del partito, di cui era direttore generale dal 2023.

Al di là dell’incapacità del partito di estrema destra di conquistare la maggioranza dei seggi parlamentari domenica scorsa, Gilles Pennelle potrebbe aver ora pagato il prezzo del “reclutamento” di alcuni candidati descritti come “pecore nere” da Jordan Bardella. Diversi nuovi capi del partito avevano infatti moltiplicato le uscite rischiose, goffe, persino apertamente razziste. La stragrande maggioranza dei candidati incriminati per i loro commenti sono stati poi sconfitti. Spesso, è stato notato, si trattava di volti nuovi e di persone che non avevano mai lavorato in politica.


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