Esteri

Francia, la carica delle desistenze per fermare Le Pen: finora sono 190

di Angelo Vitale -


Stamattina, secondo un conteggio del quotidiano Le Monde, era arrivato a 190 il numero delle desistenze anti-Rn di candidati delle “triangolari” in vista del ballottaggio delle legislative francesi previsto per domenica prossima.

Il quotidiano ha stimato 123 candidati della gauche e 64 della maggioranza che – arrivati al terzo posto – hanno ritirato la propria candidatura per far convergere i voti sull’oppositore del rappresentante dell’estrema destra con più possibilità di vincere. La chiusura delle candidature è prevista per oggi alle 18 ed è prevedibile che questo numero possa aumentare.

Un argomento che, in Italia – fatte le debite differenze dei sistemi legislativi – , fa registrare il commento di Fausto Bertinotti. L’ex presidente della Camera, da segretario di Rifondazione comunista nel 1996 stipulò un patto di questo tipo con l’Ulivo guidato da Romano Prodi, non dissimile da quello adottato in queste ore in Francia. “Lo scontro in Francia è tra democratici e Rassemblement national, che non lo è”, afferma Bertinotti. E aggiunge: “In Francia l’opposizione alle destre si fonda su due elementi: l’alleanza delle sinistre e la disciplina repubblicana, motivo per cui i gollisti si sono sempre opposti alla destra. Siccome ultimamente la disciplina repubblicana ha traballato, è nato il Nouveau front populaire, che ha perso, ma ha retto la sfida. Tanto è vero che la partita è ancora aperta. I giovani hanno votato largamente contro il Rn, in sintonia con lotte sociali e per i diritti, i movimenti pro Palestina e ambientalisti. E maggiore è l’affluenza più si assottiglia il distacco con la destra. Cosicché un uomo come Macron, che vuol mandare i soldati in Ucraina, sostiene la desistenza in favore di un fronte popolare che si oppone al Rn e attesta il proprio protagonismo in fase difensiva. Cosa poi possano costruire in positivo resta da vedere” ha sottolineato Bertinotti.

Quanto a chi obietta che, in questo meccanismo delle desistenze, i candidati al secondo turno sono troppo distanti per convincere gli elettori francesi sia moderati che di sinistra “mi convincono poco- riflette – perché un paragone tra Rn e France Insoumise di Melanchon è impossibile: uno è una minaccia e l’altra no. La minaccia è il Rn, che può vincere e governare. France Insoumise fa parte del campo democratico, il Rn no”.


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