Attualità

Francesco, seconda notte trascorsa bene: dimissioni dal Gemelli o da papa?

di Angelo Vitale -


Seconda notte trascorsa bene, si è alzato e ha fatto colazione. Ricoverato al Policlinico Gemelli da ormai una settimana, papa Francesco è da giorni al centro di indiscrezioni, commenti, analisi, supposizioni e suggerimenti, come non è mai avvenuto in merito allo stato di salute e alla sorte di un pontefice. Banale ricordare ora che la globalità dello spazio delle informazioni vive un’accelerazione quotidiana. Quella che il cardinale Gianfranco Ravasi chiama correttamente infosfera riferendosi, per l’attualità del caso, a come la polmonite diagnosticata al pontefice abbia generato negli Usa – L’identità lo ha scritto – le indiscrezioni di un giornale come Politico e l’apertura di un possibile scenario in cui potrebbe perfino entrare come sa fare solo lui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non è certo la stessa che trattò il pur eclatante caso delle dimissioni di Benedetto XVI.

Suonano quindi un po’stonate le parole di un cardinale, l’arcivescovo di Barcellona Juan Josè Omella, che parla di fake news, di “una società superficiale ove le critiche sembrano avere più spazio, come se non ci interessasse la verità ma il rumore”. Lo stesso Omella che poi si fa tirar dentro dalla stampa (che fa il suo mestiere) nell’ipotesi sulle possibili dimissioni di Bergoglio dicendo “Se Ravasi sa qualcosa, non so. Io non lo so, non sono un indovino, sappiamo che nella Chiesa tutto è previsto, anche la rinuncia. Che farà Francesco? Neanche io so nulla”. Perché – questo commento – proprio Ravasi aveva detto ieri “Io penso che possa farlo (dimettersi, ndr), perché è una persona che, da questo punto di vista, è abbastanza decisa nelle sue scelte”.

E’ la Chiesa per prima, quindi, con figure di primissimo piano, che discute questa ipotesi, richiamando però quella battuta che Francesco fece nel 2020, dicendo quasi a muso duro che “si governa con la testa, non con un ginocchio” dopo essere stato operato al colon, come a dire che solo lui deciderà, nell’evenienza, di farsi da parte. Mentre la Chiesa ufficiale, dopo aver blindato come per prassi ogni riga che pure dovrebbe essere ufficializzata dal Gemelli, dipinge un papa che ha dormito sereno, ha fatto colazione, lavora, ha ricevuto non solo i suoi più stretti collaboratori ma pure, come martedì, la premier Giorgia Meloni che lo ha trovato “vigile e reattivo” e con lui ha pure scherzato. Sono “migliorati gli indici infiammatori”, ha fatto sapere un bollettino. Una notizia sicura in mezzo a interviste tv e parole alle agenzie da parte di primari e infettivologi di grido che fanno diagnosi a distanza e azzardano l’ipotesi che la terapia cui viene sottoposto il pontefice si possa concludere nel giro di 8/10 giorni o al massimo due settimane, permettendogli di lasciare il Gemelli alla fine della prossima settimana.

Però quelle che si guadagnano ora il primo posto nella classifica delle migliaia di notizie che da giorni circolano sull’88enne pontefice non sono queste dimissioni che lo riporterebbero a fare subito il ribelle contro ogni regola del protocollo del Vaticano che gli sta stretta. Le dimissioni che sempre più si faranno strada nel dibattito e nei commenti sono quelle che potrebbe decidere di dare, consegnando una lettera al Segretario di Stato. Glielo suggerisce un matematico ateo come Piergiorgio Odifreddi. Ravasi, invece, stima che possa farlo “se si trovasse in una situazione in cui fosse compromessa la sua possibilità di avere contatti diretti come lui ama fare, di poter comunicare in modo immediato, incisivo e decisivo”.


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