Hot parade
Sale: Francesco Rivella. Il Paradiso, lui che ce l’ha messo a portata di cucchiaino, sì che se lo è meritato. Addio, Francesco Rivella. Faceva il chimico e, con Michele Ferrero, ha contributo a creare la Nutella. A furia di studiare ci ha portato un pezzo di Paradiso in terra. Ora tocca a te: insegna agli angeli quanto il gianduia possa essere dolce e paradiasco. Anzi no: non sia mai che, scoprendolo, dovessero i Troni Celesti nutrire invidia per noialtri, dolenti e piangenti, a cui hai reso molto più dolce la vita in questa valle di lacrime.
Stabile: Teatro San Carlo. Fuga all’inglese. Giù il sipario sulla polemica più velenosa all’ombra del Teatro San Carlo. Nel coro si sarebbero date battaglia “due famiglie mafiose”, ha detto Edward Gardner, direttore della London Philharmonic Orchestra. S’è scialato coi luoghi comuni, s’è divertito a farsi intervistare dai suoi pari sul Times. Se l’è goduta, eccome, a raccontare agli algidi albionici della sua pericolosa permanenza nella città dei gangster, nella casbah d’Europa. Ci mancava solo Totò le Moko. Poi s’è scusato appena ricevuta la cartella con la minaccia di querela. Una fuga degna di Bach, anzi all’inglese. Come da tradizione.
Scende: Javier Milei. Viva la crypto, carajo! Il Motosega argentino si inceppa sulla su $LIBRA, una semisconosciuta moneta virtuale che, dopo l’endorsement del Basettone di Buenos Aires è arrivata a valere fino a 5 dollari per poi piombare, in poche ore, sotto il dollaro. Un bagno di sangue per chi ha investito. Bruciati quasi quaranta miliardi di dollari. E l’opposizione peronista sta nervosamente minacciando l’impeachment.
*di Simone Donati
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