Economia

Fmi premia la crescita italiana e Meloni gongola

di Giovanni Vasso -

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI


Il Fmi conferma che la crescita italiana sarà tra le più alte dell’area Ue e ritocca, verso l’alto, le stime. Non che ci voglia molto, a dirla tutta. Però rimane una notizia, e che notizia, il fatto che l’Italia vedrà aumentare il suo Pil più di quanto faranno Germania e Francia. Gli analisti del Fmi hanno stabilito che la crescita italiana sarà dello 0,4% superiore rispetto a quanto inizialmente ipotizzato. Complessivamente, nel 2023, il prodotto interno lordo italiano dovrebbe crescere di 1,1 punti percentuali mentre, l’anno seguente, la crescita italiana sfiorerà il punto percentuale stabilizzandosi allo 0,9%. Il balzo è dovuto ai servizi e, ancora di più, al boom del settore turistico.

Inoltre, secondo l’analisi del Fondo monetario internazionale, l’economia italiana ha mostrato di essere resiliente e di saper assorbire, meglio di altre, gli choc che hanno attraversato l’Europa e, più in generale, l’Occidente. Sembrano positivi, inoltre, anche i dati sull’inflazione. Le stime Fmi stabiliscono un calo drastico, per quest’anno, che porterà i tassi di inflazione al 5,2%. Un ulteriore ribasso è previsto per l’anno prossimo quando scenderà al 2,5%. Rientrando, così, sulla soglia del parametro minimo stabilito dalla Banca centrale europea. Tutto ciò accadrà a patto che la Bce decida, una buona volta, di fermarsi e di non inasprire ancora di più il costo del denaro. Secondo gli economisti del Fondo monetario internazionale, infatti, una politica monetaria ancora più restrittiva potrebbe sortire effetti drammatici sull’economia italiana, causando una ulteriore stretta al credito che verrebbe “pagata” dalle imprese.

Ci sono, inoltre, diverse questioni che il Fmi tiene d’occhio. La prima è legata al Pnrr. La crescita italiana è vincolata dai fondi comunitari e dagli investimenti strutturali. Senza, il rischio di un rallentamento è più vicino. Tuttavia, non è tutto rose e fiori. A proposito di rallentamenti, infatti, gli economisti del Fmi prevedono l’insorgere di rischi che possano condurre al ribasso le prospettive di crescita. Pertanto, gli analisti rivolgono all’Italia le solite raccomandazioni, sottolineando la necessità di concentrarsi sulle riforme strutturali “ambiziose” che abbiano l’obiettivo, reale e concreto, di aumentare la produttività e la crescita potenziale. Inoltre, il Fondo monetario internazionale raccomanda al governo di Roma di perseguire gli obiettivi climatici, di migliorare la sicurezza energetica e, soprattutto, di ridurre con decisione il debito pubblico.

Il premier Giorgia Meloni si gode la buona pagella recapitatale da Washington: “Le stime a rialzo del Fondo Monetario Internazionale sul Pil dell’Italia confermano l’efficacia della politica economica del governo e ci spronano ad andare avanti su questa strada e fare ancora meglio”. La presidente ha poi aggiunto: “L’Italia nel 2023 crescerà più di Germania e Francia e più della media dell’eurozona. Sono risultati che costituiscono la base per la prossima legge di Bilancio, alla quale stiamo già lavorando”. Infine ha concluso: “In uno scenario complesso continueremo a coltivare la linea dello sviluppo e della prudenza, dello slancio e della stabilità dei conti. L’Italia dimostra di essere resistente e dinamica. Le imprese e le famiglie hanno dato una risposta straordinaria”.


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