Esteri

Fitto-von der Leyen. Se salta l’italiano, la tedesca rischia

di Ernesto Ferrante -


Mattinata di fuoco a Bruxelles. I sei vice della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dovranno sottoporsi all’esame delle commissioni parlamentari competenti per i loro portafogli. Particolarmente spinosa è la situazione in cui si trova Raffaele Fitto, che aprirà la giornata di audizioni, designato come vicepresidente esecutivo con delega alle Riforme e alla Coesione.

Pur piacendo a Ursula von der Leyen per le sue doti di mediazione, non è riuscito ancora a vincere le resistenze dell’intero gruppo di S&D. Tedeschi e francesi si sono mostrati scettici riguardo l’assegnazione di un ruolo così pesante a un rappresentante di un partito (Fratelli d’Italia) che non è nella maggioranza europeista e il bis di Ursula. La numero uno dell’esecutivo europeo, per evitare la rottura degli equilibri, sta mediando tra le parti.

Il tempo stringe. Il primo dicembre la nuova Commissione deve entrare in carica. Il candidato italiano sarà esaminato con gli altri 5 vice presidenti in pectore. L’audizione è prevista alle 9.30, in contemporanea a quella di Kaja Kallas. Subito dopo toccherà a Stephane Sejourné e Roxana Minzatu. Chiuderanno la giornata Teresa Ribera e Henna Virkkunen.

Uno sgambetto all’uomo della Meloni da parte dei Socialisti avrebbe come prima conseguenza una rappresaglia politica del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) e del Partito Popolare Europeo (Ppe) su Minzatu e soprattutto su Ribera. Farebbe venir meno, inoltre, la tregua armata in atto. Il gruppo Ecr, nelle audizioni dei 20 candidati commissari finora vagliati dal Parlamento europeo, non ha alzato le barricate, a prescindere dal partito di provenienza.

Un atteggiamento troppo rigido da parte di Socialisti, Verdi e Liberali, potrebbe far formare anche un altro blocco con i Patrioti dentro, com’è accaduto per la risoluzione sul Venezuela. In questo caso, il candidato meloniano potrebbe passare anche senza il sì di S&D, arrivando comunque al quorum dei 2/3 necessario.

Sul fronte interno, la delegazione del Pd, come hanno riferito fonti parlamentari, avrebbe ribadito di voler svincolare il giudizio sulle qualifiche di Fitto, in relazione al portfolio assegnato, dalla nomina alla vicepresidenza esecutiva, sulla quale permangono dei dubbi tra i Dem. Quest’ultima è prerogativa esclusiva della presidente Ursula von der Leyen e non dovrebbero esserci atti di insubordinazione.


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