Fisco amico, si parte con calendari e precompilate
MAURIZIO LEO VICEMINISTRO ECONOMIA
Fisco amico, è iniziato il lungo cammino verso la riforma più attesa dagli italiani. Il consiglio dei ministri ha approvato i primi due decreti, rispettivamente sulla delega per la fiscalità internazionale e quello su Adempimenti e versamenti. Tra le novità, c’è il nuovo calendari e le dichiarazioni precompilate. Intanto è slittata di qualche giorno l’ok al decreto Irpef che semplificherà le aliquote portandole dalle attuali quattro a tre. Uno stop and go dovuto a questioni tecniche sollevate dalle Regioni a statuto speciale e alla necessità, come ha riferito il viceministro all’Economia Maurizio Leo, di “consentire un coordinamento tecnico in coerenza con la legge di Bilancio in via di approvazione”. Il lavoro da fare è davvero tanto. Lo dicono i numeri. È periodo di scadenze. Solo in questi giorni c’è da fare i conti con l’Imu, con le cedolari secche per gli affitti brevi, i contributi, le rate Irpef e la Tobin Tax. Allargando lo sguardo, le scadenze fiscali in Italia sono addirittura 1.500. Una selva oscura di tasse, balzelli, imposte. In cui anche per i professionisti è difficile, se non addirittura impossibile, riuscire a districarsi.
Le novità sono legate pressoché alla necessaria semplificazione, condizione imprescindibile per riparare il rapporto tra Fisco, oggi poco amico, e cittadino. Il 30 settembre sarà, per tutti, il termine entro il quale presentare la propria dichiarazione dei redditi. Inoltre sarà sospesa, nei mesi di agosto e di dicembre, l’invio di cartelle, avvisi di compliance e accertamenti. Un’altra novità importante riguarda le dichiarazioni precompilate che interesseranno le partite Iva. La platea stimata è di circa due milioni. E per coloro che accetteranno, sic et simpliciter, i numeri presentati dall’Erario scatterà un bonus, individuato nel congelamento dei controlli. “Abbiamo definito un quadro generale in grado di delineare l’intera struttura del sistema e per bandire le nuove gare, mettendo fine alla stagione delle proroghe” ha spiegato il viceministro Leo. Che ha aggiunto: “Non solo, abbiamo introdotto anche nuove misure per contrastare l’illegalità e tutelare i giocatori delle fasce più deboli. Al prossimo Consiglio dei ministri, l’ultimo del 2023, saranno approvati altri decreti delegati attuativi della riforma del sistema tributario. Tra questi anche il Dlgs sui tre scaglioni Irpef, per il quale si è preferito un rinvio di qualche giorno per consentire un coordinamento tecnico in coerenza con la Legge di Bilancio in via di approvazione”. Per Leo è questo uno dei momenti chiave sul lungo cammino verso la riforma fiscale invocata dagli italiani: “Un atto di grande serietà che conferma la volontà del governo di coniugare le esigenze dei cittadini e l’equilibrio dei conti pubblici”. L’impegno di Leo è quello del governo: “Prosegue a ritmi serrati, e nel pieno rispetto dei tempi previsti, la rivoluzione fiscale del governo Meloni. Una riforma che il Paese attende da oltre mezzo secolo e che oggi sta vedendo la luce grazie all’azione concreta del governo di centrodestra”. Insomma la lunga strada per arrivare al fisco amico è all’inizio.
I commercialisti, chiamati al rush finale, avrebbero voluto che il governo facesse ancora di più. Marco Cuchel, presidente dell’associazione nazionale dei commercialisti, in una conferenza stampa tenutasi a Roma, ha spiegato: “I commercialisti italiani hanno lanciato un grido d’allarme rispetto al nuovo calendario fiscale previsto per l’anno 2024. Un ingorgo di scadenze che metterà in forte difficoltà imprese e professionisti. Ma soprattutto rischia di vanificare quelli che sono gli obiettivi del governo rispetto al nuovo istituto del concordato preventivo biennale, una modifica necessaria per poter essere efficace anche in termini di gettito”. Secondo i professionisti, inoltre: “La riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre aliquote determinerà un risparmio fiscale di poche centinaia di euro per ditte individuali e famiglie. Bisogna invece prevedere una riduzione del carico fiscale ben più importante per rilanciare l’economia del Paese ma soprattutto renderla strutturale e non estemporanea come è avvenuto quest’anno”.
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