Attualità

Fine vita, Corte Costituzionale: “Valide le regole della sentenza Dj Fabo”

di Redazione -


La Corte Costituzionale ha ribadito che, in assenza di una legge specifica sul fine vita, valgono ancora le regole stabilite nella sentenza del 2019 sul caso Dj Fabo. In particolare i criteri per accedere al suicidio assistito rimangono quelli definiti in quella sentenza, inclusa la necessità di trattamenti di sostegno vitale, il cui significato deve essere interpretato correttamente.

Secondo la sentenza del 2019, per poter accedere al suicidio assistito, il paziente deve: avere una malattia irreversibile, soffrire fisicamente o psicologicamente in modo intollerabile, essere dipendente da trattamenti di sostegno vitale e essere in grado di prendere decisioni libere e consapevoli. Tutti questi requisiti devono essere verificati dal servizio sanitario nazionale secondo le procedure stabilite nella stessa sentenza.

La recente sentenza n.135 della Corte Costituzionale riguarda un malato di sclerosi multipla che nel dicembre 2022 è andato in Svizzera per il suicidio assistito. Anche se il paziente soffriva di una malattia irreversibile e intollerabile, non era dipendente da trattamenti di sostegno vitale, il che ha sollevato dubbi sulla costituzionalità delle leggi in vigore.

Il giudice di Firenze aveva chiesto alla Corte di estendere la non punibilità del suicidio assistito oltre i limiti fissati nel 2019. Tuttavia, la Corte ha deciso che senza la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale, non si può applicare la non punibilità. Il caso ha coinvolto Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli, accusati di aver accompagnato il paziente in Svizzera per il suicidio assistito. Anche se il paziente soffriva molto e la sua malattia era irreversibile, la mancanza di dipendenza da trattamenti di sostegno vitale ha portato la Corte a decidere che non venivano soddisfatte tutte le condizioni di non punibilità.


Torna alle notizie in home