Cronaca

Un iraniano a Malpensa: per gli Usa forniva droni ai terroristi

di Giorgio Brescia -


È stato arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa, non appena sceso dall’aereo al bordo del quale viaggiava, un cittadino iraniano ricercato negli Stati Uniti per associazione a delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Power Act e per la fornitura di supporto materiale ad un’organizzazione terroristica straniera. L’uomo è infatti accusato della fornitura di componenti elettroniche per la costruzione di armi letali come i droni alle IRCG, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, una formazione più volte accusata dagli Stati Uniti di vicinanza a gruppi terroristici se non di aver proprio organizzato o partecipato ad atti di terrorismo. Dal 2019 gli Usa considerano il corpo come un’organizzazione terroristica. Secondo l’ex ufficiale della Cia Robert Baer i pasdaran sarebbero stati coinvolti nell’attentato del 1983 contro l’ambasciata americana a Beirut e nel dirottamento del volo 422 della Kuwait Airways, avvenuto nel 1988.

L’arresto eseguito dagli investigatori della Digos di Milano a Malpensa è legato invece all’attacco che il 28 gennaio portò in Giordania alla morte di tre militari statunitensi e al ferimento di altri 40 soldati. L’uomo aveva una società in Svizzera attraverso la quale passavano sistemi di navigazione per droni e missili fino a farli giungere al gruppo terroristico.

L’iraniano fermato in Italia è sceso da un volo di linea proveniente da Istanbul ed era giunto alle ore 17.45 del 16 dicembre all’aeroporto di Milano – Malpensa, in transito sul territorio nazionale, ed è stato fermato da personale della Digos di Milano. La polizia, che ha arrestato il 38enne ai fini dell’estradizione, ha perquisito lui e i bagagli sequestrando componentistica elettronica compatibile con i reati contestati dalla Corte di Giustizia Statunitense. E’ stato condotto in stato di arresto presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio a disposizione della Corte d’Appello di Milano che ha convalidato l’arresto disponendo la custodia cautelare in carcere. L’attività, svolta in collaborazione con le autorità americane, non ha, allo stato, rilevato aspetti di interesse per la sicurezza del territorio nazionale.


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