Femminicidio, la stretta di Meloni. Per Elly è la cultura patriarcale
ELLY SCHLEIN SEGRETARIA DEL PD
di EDOARDO SIRIGNANO
Elly cambia strategia. Basta dire sempre no, ma analizzare e valutare le singole proposte della maggioranza. È questa la nuova tattica del gotha dem.
La virata
della sardina
e l’apertura
a Giorgia
La segretaria, messa alle strette dalle solite correnti e da sondaggi non tanto favorevoli, deve virare e quindi aprire al governo su quelle battaglie che un tempo appartenevano alla sinistra. Ecco perché la stretta di Meloni per fermare i femminicidi e più in generale la violenza contro le donne non può non piacere al Nazareno. La sardina, senza pensarci troppo, pur sostenendo che l’inasprimento delle pene non basta, convoca una conferenza per approvare quanto deciso dalla maggioranza. La verità è, però, un’altra. La regina progressista è stata costretta dai suoi generali, considerando le ultime sconfitte delle amministrative, a uscire dalla trincea dei compagni e dialogare col nemico pur di sopravvivere. Questa è la lettura di chi nei fatti già parla di resa del nuovo vertice progressista.
La congiura
dei riformisti
A spingere tale cambiamento soprattutto quei centristi, che poco si riconoscono con la linea troppo rossa di ha preso il testimone da Letta. Gli ammonimenti di Guerini, Picierno, Serracchiani e via dicendo valgono più di mille parole. Il rischio rivolta è dietro l’angolo. Serve stemperare quanto prima gli animi e sfruttare ogni possibile assist per la pace. Non a caso tra i dissidenti dem, secondo gli ultimi rumors, c’è anche quella Valeria Valente, che ieri sedeva alla destra di Elly. La parlamentare di Napoli, negli ultimi giorni, aveva manifestato più di qualche semplice perplessità sia rispetto a quanto proferito dal partito sulla maternità surrogata che sulle epurazioni degli ultimi giorni. La mancata riconferma a vice-capogruppo del figlio del governatore campano De Luca è solo la goccia che fa traboccare il vaso. La minaccia di Bonaccini, che riorganizza la minoranza, promettendo incarichi, vale più di mille sms inviati sulla solita chat. Lo stesso viceré di Modena, d’altronde, non utilizza giri di parole: “No attacchi a Schlein, ma eviti deriva minoritaria”. Un avvertimento, dopo le uscite abbastanza allarmanti di Guerini e company, che avevano attaccato e non poco la segretaria dopo la bocciatura del rampollo dello sceriffo.
I consigli dei saggi
Una strategia, d’altronde, suggerita dallo stesso Boccia, che grazie alla sua esperienza, prova a mettere in soffitta i problemi interni dando pagelle e dalla scaltrezza del solito Nicolone. Zingaretti, l’uomo che ha permesso a Elly di vincere le primarie, dalle colonne del Corsera, avverte la pupilla: “Basta personalismi. Serve un’agenda”. Fare chiarezza sui temi, d’altronde, è l’unica strada per evitare l’abisso. Il vero problema, a queste latitudini, è appunto l’incapacità di parlare a un popolo che non si riconosce in capi e capetti dell’ultima ora. La sinistra adesso ha bisogno di contenuti come il pane. Non ci sono alibi. Il problema, però, che tale linguaggio non è compreso dai vari generali, compreso l’ex presidente della Regione Lazio. Questi ultimi sono solo interessati alle europee. Perdere ancora qualche punto vuol dire rinunciare a poltrone preziose per chi certamente non può consentirsi il lusso di restare a casa. Stesso discorso vale per quei peones, che intendono, sin da subito, ritagliarsi una casella in vista delle politiche. Il cosiddetto libro bianco è chiaro come importi poco a chi deve solo ritagliarsi un orticello per fare la bella vita da parlamentare.
Ecco perché arriva l’avvertimento di una Elly in crisi alle correnti: “Ci siamo impegnati a garantire il pluralismo”. Il problema, però, è che mentre la padrona dem rassicura i capibastone, il suo appeal rischia di finire ai minimi storici.
I numeri dicono che quando appare sul piccolo schermo la povera Schlein gli ascolti calano. In una minuziosa inchiesta del quotidiano Libero, viene appunto evidenziato come la nuova Iotti quando viene intervistata fa perdere circa 650mila spettatori. C’è chi, quindi, come Brunella Bolloli, parla addirittura di disastro. Una crisi che il Pd non può permettersi.
Non a caso, l’ombra del Nazareno, ovvero il sempre verde Dario Franceschini, chiama il braccio e le chiede di invertire la rotta. Altrimenti quel poco di centrismo che è rimasto a quella latitudini lascerà la casa madre e la povera Elly non dovrà confrontarsi contro la sua imitazione televisiva, da cui pure è uscita sconfitta, ma contro quel blocco cattolico che è stanco di tollerare qualsiasi iniziativa, senza discutere.
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