Attualità

Fedez il “solidale” fa amicizia e affari con gli ultras criminali

di Rita Cavallaro -


Fedez bifronte, che a favor di telecamere sfoggia la faccia del bravo ragazzo ma che al telefono tenta di fare affari con i criminali ultras arrestati ieri nell’operazione antimafia sulle curve di Milan e Inter.
Il rapper non è indagato nell’inchiesta della procura di Milano, ma le intercettazioni restituiscono un’immagine opposta rispetto a quella che il cantante offre ai suoi followers. E pensare che Fedez era riuscito a rimanere indenne dallo scandalo che, nei mesi scorsi, ha travolto la moglie Chiara Ferragni, crocifissa in mondovisione per il pandoro solidale che tanto solidale non era, per le uova di Pasqua con la griffe dell’influencer e perfino per la bambola con le fattezze di Chiara.

Un terremoto che ha scosso i Ferragnez al punto da culminare nella fine di una love story nata sui social, passata per il reality e naufragata in tutti i talk. A rimetterci, economicamente e socialmente, è stata solo Chiara. Perché in quella brutta storia, Federico era apparso come colui che più volte aveva avvertito la moglie di non riporre una fiducia cieca nei suoi collaboratori. E mentre andava in scena il PandoroGate, con i riflettori puntati tutti sull’influencer, si scopre ora che Fedez cercava di aumentare il suo giro d’affari con l’aiuto dei capi ultras finiti ieri in galera. Sotto la lente il suo rapporto con Luca Lucci, il leader della Curva Sud del Milan che dai domiciliari, dove stava scontando sei anni per traffico internazionale di stupefacenti, continuava a dare ordini al secondo anello blu di San Siro. È a lui che Fedez, il 26 ottobre 2023, fa una richiesta finita nell’ordinanza del gip di Milano, Domenico Santoro. “Ma se voi avete una società di consulenza o una società con la quale possiamo lavorare, ma se io vi appalto a voi la distribuzione di Boem? All’interno dello stadio…e vi prendete una percentuale… eh capito?”, diceva Fedez al pregiudicato, facendo riferimento alla bibita che il rapper, alcuni mesi fa, ha lanciato sul mercato con il collega Lazza e che, con l’aiuto dei vertici della tifoseria, avrebbe potuto piazzare allo stadio Meazza.

E Lucci rispondeva: “Se vuoi mi muovo anche con l’Inter, perché lui fa anche quelli dell’Inter… quindi… io se vuoi, te le faccio mettere in entrambe le partite… va bene… per dentro lo stadio… per dentro lo stadio, non c’è problema!”. Il tutto mentre avviava una delle tante opere di beneficenza. Che altro che si fa e non si dice, ma si pubblicizza ovunque. Insomma da un lato Fedez si spara le pose e inaugura, pochi giorni fa, una casa di accoglienza a Roma in un bene confiscato alla mafia. E dall’altro coinvolge nel suo business criminali. Addirittura si circonda di gente coinvolta in questioni di mafia, come il suo bodyguard Christian Rosiello e Islam Hagag, alias Alex Cologno, i due ultras rossoneri grandi amici del rapper tra gli arrestati nella grande operazione, che solo pochi giorni fa erano con il cantante a Parigi in occasione della Fashion Week. Fedez, secondo gli inquirenti, a gennaio scorso aveva tentato di introdurre Lucci anche nell’acquisizione dell’Old Fashion, il famoso club della movida milanese, nel parco Sempione a fianco alla Triennale, che aveva chiuso dopo decenni di successi. L’unico dubbio del rapper riguardava il fatto che il capo ultras avesse precedenti penali, quindi bisognava capire come coinvolgerlo nel progetto. “Il tema che ti pongo è questo. Cioè come introduco la tua figura (ride) in questa…”, chiede Fedez a Lucci. Il quale risponde: “Non la introduci… eh sono con te! Cosa devo fare io?… secondo te che ce ne frega?…”. Una telefonata che delinea il rapporto tra i due, con Fedez che conosce il calibro del personaggio e il personaggio che, anche se rimane anonimo, è comunque con Fedez. Con queste frequentazioni c’è poco da stupirsi se l’ex Ferragnez finisce poi coinvolto in spedizioni punitive, come nel caso del personal trainer Christian Iovino, aggredito ad aprile scorso dopo una discussione scoppiata nel locale The Club.


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