Esteri

FedEx: “Autisti sfruttati e frodi”, recuperati 552 milioni nella logistica malata

di Ivano Tolettini -


Nella giungla degli appalti dei trasporti per abbattere il costo del lavoro e offrire sul mercato tariffe più competitive, spetta ai magistrati cercare di ristabilire le regole sistematicamente violate soprattutto dai colossi internazionali a danno dei piccoli e medi trasportatori. Ieri pomeriggio dopo l’ennesimo caso di presunta illegalità, quello della corporation americana della logistica FedEx, con sedi in tutto il mondo, alla quale la Procura di Milano ha sequestrato un paio di giorni fa 46 milioni di euro, perché in Italia avrebbe in parte sfruttato i lavoratori con l’obiettivo di evadere il Fisco, Assotir ha diffuso un comunicato per sottolineare che l’inchiesta “conferma l’opacità di un mercato che prospera sull’illegalità”. Negli ultimi tre anni i magistrati milanesi e la Guardia di Finanza hanno recuperato 552 milioni di imposte – mica bruscolini – mettendo sotto la lente d’ingrandimento una ventina di colossi del settore che dopo le indagini sono stati obbligati ad assumere direttamente migliaia di lavoratori in maniera regolare, perché fino a quel momento utilizzavano come fornitori di manodopera cooperative compiacenti, esternalizzando in questa maniera i servizi per fare marameo all’Agenzia delle Entrate e all’Inps. Nella filiera del trasporto si annidano sacche di illegalità che le ripetute indagini coordinate dal Procuratore capo Marcello Viola, e condotte dai sostituti Valentina Mondovì e Paolo Storari, hanno smascherato, individuando le cosiddette “società filtro” che, come nel caso di FedEx, sarebbero servite per schermare gli effettivi rapporti di lavoro di centinaia di lavoratori pescati in “società serbatoio” che avrebbero truffato Fisco e previdenza. Non a caso il procuratore Viola nella nota stampa di mercoledì afferma che queste società hanno “sistematicamente omesso il versamento dell’Iva” e degli oneri contributivi e previdenziali-assistenziali dei lavoratori. Adesso il sequestro dei 46 milioni di euro dovrà essere convalidato dal Gip, nel frattempo emerge in tutta la sua gravità il “fenomeno della somministrazione illecita della manodopera” che non passa attraverso le Agenzie per il Lavoro, bensì a cooperative compiacenti che alterano la struttura del mercato del lavoro e favorirebbero forme di sfruttamento. “La vicenda giudiziaria in cui è coinvolta FedEx – osserva il Presidente nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso, – conferma l’opacità di un mercato che prospera sull’illegalità, generando situazioni di sfruttamento, sia a danno delle persone, che di migliaia di imprese di trasporto di piccola e media dimensione. Alla base di tutto c’è la scelta dei giganti logistici di esternalizzare le attività meno remunerative: facchinaggio e trasporti. In tal modo scaricano costi e rischi sui fornitori e si riducono a meri intermediari dell’attività di trasporto. Ma trattengono per sé la parte più consistente dei margini di guadagno”. Assotir ha pronta una proposta operativa per ridurre i passaggi nella filiera del trasporto. La questione di fondo, sostengono sia Anna Vita Manigrasso che Claudio Donati, segretario generale di Asootir, è che “ l’Italia deve recepire il Regolamento UE 1055/2020, che obbliga chi vuole fare l’autotrasportatore a dotarsi di un numero di veicoli e di addetti che sia proporzionato al volume di attività svolta. Significa che almeno il 51% del fatturato dovrebbe essere fatto con veicoli propri”. Invece, che cosa avviene, proseguono Manigrasso e Donati: “Oggi i primi 10 operatori logistici in Italia sviluppano un fatturato di circa 15 miliardi di euro, ma hanno autoveicoli che non arrivano a coprire il 5% di questo valore. Quindi, vuol dire che il 95% del fatturato proviene dal subappalto ai cosiddetti padroncini. È evidente a questo punto che i prezzi e le condizioni le impone il gigante di turno”. L’Italia è in ritardo dal 2021 “nell’adempiere a questo obbligo normativo comunitario e questa è la cartina di tornasole del peso degli interessi in campo – prosegue Donati – che ha prodotto lo stallo operato dai vari governi alternatisi negli ultimi anni (da Conte a Meloni passando per Draghi, ndr), nonostante il diverso orientamento politico”. Il recepimento del regolamento Ue datato 2020 per Assotir è un passaggio normativo necessario per mettere un freno alla giungla della logistica e rendere il mercato più trasparente, favorendo prima di tutto i lavoratori, che sarebbero più tutelati, e lo Stato che incasserebbe più imposte senza dovere continuamente ricorrere a magistratura e Guardia di Finanza per far rispettare le regole.


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