IL PERSONAGGIO – Federica Cifola: “Il professore e la mia preside combattente”
Da questa sera la vedremo su Rai1 nella fiction in partenza dal titolo “Un professore”. Ma questo ruolo particolare non è certo l’unico impegno che Federica Cifola ha in agenda. L’attrice, molto attiva anche a teatro, è piena di mille idee e progetti anche alla radio e al cinema si racconta a l’Identità.
Federica Cifola, raccontaci i tuoi ultimi impegni tra tv, radio, cinema e teatro…
Il primo è senz’altro l’uscita della serie televisiva “Un Professore 2” in onda su Rai 1 da giovedì 23 novembre; uscirà nelle sale cinematografiche, a Natale, il film di Pio Amedeo, dove io sono la segretaria. C’è poi la radio: nel weekend, sabato e domenica mattina, vanno in onda, sempre su Rai Radio 2 “Blackout” e “610” con Lillo e Greg. Da sottolineare che domenica 3 dicembre festeggeremo i vent’anni di “610” con una festa-evento all’Auditorium Parco della Musica; sarò presente con il cast storico e farò sicuramente il personaggio della mamma disperata, che è stato un cult di 610. A proposito della mamma, vado sempre in giro con il mio spettacolo teatrale “Mamma…zzo”, il mio one mamma show con cui sto girando l’Italia da ormai 7 anni. C’è pure il progetto “Alla ricerca della romanità perduta”, che è come dire la setta dei romani estinti; proponiamo personaggi, canzoni, monologhi alla ricerca per l’appunto della romanità perduta, e il 12 dicembre saremo al Teatro Parioli con questo bellissimo recital.
Il personaggio da te interpretato in “Un professore” come lo descriveresti?
Interpreto la preside Agata Smeriglio… è un bellissimo personaggio perché è una combattente, io la chiamo così; ha conosciuto Dante Balestra, il professore di filosofia (Alessandro Gassmann) ai tempi insomma della gioventù, per cui – secondo me – loro hanno fatto la resistenza vera, quella studentesca e sono stati impegnati anche politicamente. Poi lei è diventata preside per cui comunque assume un ruolo istituzionale; è una combattente che è diventata parte delle istituzioni. È passata da ribelle studente a preside istituzionale e mantenendo questo ruolo deve un po’ sfidarsi con Dante, con il quale però poi alla fine è sempre d’accordo, alla fine gliele dà sempre tutte vinte.
Quale consideri la tua più grande soddisfazione ottenuta sul lavoro?
Ce ne sono tante, penso all’aver lavorato con la Serena Dandini, che era comunque il mio sogno, visto che la guardavo, ero spettatrice dei suoi spettacoli; diventare poi attrice con lei, fare comicità con lei, è stato bello, come anche con la Gialappas. Quindi aver lavorato con la Dandini e con la Gialappas è sicuramente stata una meravigliosa soddisfazione ottenuta sul lavoro e poi la più grande soddisfazione è aver ottenuto sempre tutti i lavori perché ci ho creduto e quindi non per motivi terzi. Ecco, la soddisfazione è aver fatto sempre con grande fatica, quello che volevo. E tra le grandi soddisfazioni c’è pure quella di aver lavorato con Enrico Vaime – grandissimo autore radiotelevisivo – a “Blackout” e in altre occasioni; lo ricordo sempre con affetto e gratitudine.
Un bilancio dell’anno che si sta per concludere?
Direi che può essere considerato ottimo, perché ho fatto teatro, cinema, televisione e radio, e quindi io direi che più di così non si può. Però si può fare sempre di più…
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