Editoriale

Fatti, opinioni e fazioni avverse

di Adolfo Spezzaferro -


La regola aurea del tenere i fatti separati dalle opinioni è la meta finale che ogni volta dovrebbe raggiungere il bravo giornalista, pur sapendo che è tosta riuscirci sempre. C’è chi sostiene che i fatti non esistono ma esistono solo le interpretazioni dei fatti da parte degli esseri umani, perché nel momento in cui descriviamo la realtà la decodifichiamo con criteri “inventati” da noi, non appartenenti alla realtà, che semplicemente esiste e basta. E nel dare le notizie è molto difficile non interpretare i fatti. Già semplicemente dando un ordine, una sequenza causa-effetto ai vari accadimenti, abbiamo rimaneggiato la notizia, la abbiamo interpretata. Il caso più eclatante (e pure frequente) è quando si interpretano i numeri – lo stesso rapporto Istat può essere positivo o negativo se a citarlo è il governo o l’opposizione. In quel caso un dato economico diventa una clava politica, già solo rapportando abilmente mere cifre a questioni e contesti più ampi. Lo stesso vale a maggior ragione con i voti in caso di elezioni politiche, amministrative, europee. A seconda dell’appartenenza politica del giornalista, certi voti assumono un peso più o meno importante. Poi certo ci sono i democraticissimi liberal, le anime belle della sinistra e i radical chic che se vince la destra dicono che è colpa dell’ignoranza della gente. Ché se fossero state persone con una cultura e un’istruzione non avrebbero votato “male”. Di recente il caso di scuola è il trionfo di AfD nell’ex DDR, minimizzato come rigurgito neonazista. La famosa democrazia che vale a seconda di chi vince le elezioni. Guardate in Romania, ha vinto la destra: elezioni annullate e candidato favorito arrestato, ce lo chiede l’Europa. Pure con le sentenze è la stessa storia: in base alla gradazione di giustizialismo, di quanto si è manettari, si dà più o meno ragione alle toghe politicizzate, soprattutto quando ostacolano l’azione di un governo voluto dagli elettori che però non piace a chi sta con certi giudici. Come non citare a tal proposito la discutibile sentenza della Cassazione sui clandestini a bordo della Diciotti. È nostra opinione che non esistano gli estremi per un risarcimento per gente che voleva sbarcare in Italia senza permesso – altro che privazione della libertà personale. Chi gli dà ragione è di parte (avversa al governo Meloni). E questa non è un’opinione.


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