Attualità

Farmaci equivalenti, un mercato che conta per il funzionamento del Sistema sanitario

di Giorgio Brescia -


Il sistema dei farmaci equivalenti è un importante tassello del funzionamento della sanità del nostro Paese. Se ne tornerà a discutere a Roma il prossimo 17 ottobre presentando l’Osservatorio, frutto della collaborazione fra Nomisma ed Egualia, che punta a dare un inquadramento dettagliato e indipendente delle caratteristiche e delle dinamiche delle imprese dei farmaci equivalenti in Italia, i medicinali che sono intercambiabili con il prodotto originale, e che vengono messi in commercio, ad un prezzo assai minore, dopo la scadenza del brevetto e del certificato complementare di protezione del prodotto originale.

Il Rapporto di quest’anno analizza ed evidenzia il ruolo imprescindibile del comparto dei farmaci equivalenti per la sostenibilità e per il corretto funzionamento del Servizio sanitario nazionale. In particolare, l’apertura del mercato alla concorrenza generata dai farmaci equivalenti consente, da un lato, un notevole risparmio per la spesa sanitaria nazionale e, dall’altro, permette un più ampio accesso a cure di qualità per i pazienti.

Nel 2023, nelle farmacie aperte al pubblico, i generici-equivalenti hanno assorbito il 22,7% del totale del mercato a confezioni e il 15,5% del mercato a valori. L’89% delle confezioni vendute è classificato in classe A (totalmente rimborsabile dal SSN), dove assorbono il 12,6% della spesa totale di classe.

A valori il mercato dei generici-equivalenti quota 1,6 miliardi di euro: l’81,5% del giro d’affari del comparto si concentra in classe A.
I generici-equivalenti quotano quasi il 23% del totale del mercato farmaceutico, mentre i brand a brevetto scaduto, quotano il 53,9%.

I farmaci esclusivi (protetti o senza generico corrispondente) assorbono infine l’altro 23,4% del mercato complessivo. Per quanto riguarda invece il segmento complessivo dei farmaci fuori brevetto i generici equivalenti ne assorbono il 29,7% contro il 70,3% detenuto dai brand a brevetto scaduto.

Sempre nel 2023 gli italiani hanno versato di tasca propria 1.029 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il brand off patent – più costoso – invece che il generico-equivalente – a minor costo – interamente rimborsato dal SSN. L’incidenza maggiore a livello regionale si registra in Molise e nel Lazio. Quella più bassa si registra invece in Lombardia, dove il differenziale versato di tasca propria dai cittadini quota il 10,5% della spesa regionale SSN per i farmaci brand off patent.


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