Politica

Fare grande il centro del centrodestra con Popolo e Libertà

di Carlo Giovanardi -


Bisognerebbe sempre tenere separati i fatti dalle opinioni, principio aureo anche in politica.
I fatti sono che il centrodestra ha vinto in Liguria per un soffio, grazie in particolare ai voti della Provincia di Imperia, con il 21,7 per cento dei voti di Forza Italia-Partito Popolare Europeo nel capoluogo, di cui l’ex ministro Claudio Scajola è sindaco, e con lo stesso partito che è passato complessivamente nell’intera regione dal 5,27 per cento dei voti del 2020 al 7,98 del 2024. In Umbria ed in Emilia-Romagna ha vinto la sinistra ma in ambedue le regioni Forza Italia – Partito Popolare Europeo è aumentato, rispetto alle precedenti regionali, nella prima dal 5,50 al 9,7 per cento, nella seconda dal lumicino del 3,1 al 5,6 per cento. In tutti i tre casi, rispetto alle tornate precedenti, la novità è stata che si sono ritrovati nella stessa lista tutti quelli che fanno riferimento al Partito Popolare Europeo, come era già avvenuto per le elezioni europee della scorsa primavera, grazie ad un accordo voluto da Antonio Tajani. Di questo abbiamo ragionato a Modena nel fine settimana con il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri nel convegno nazionale di Popolo e Libertà. Gli ho ricordato, forte della mia esperienza di ministro e sottosegretario (nonché amico) di Silvio Berlusconi, che il PDL, a cui avevamo aderito, al suo esordio nelle politiche 2008 aveva ottenuto a livello nazionale il 37,4 dei voti, calato al 21,5 nel 2013 dopo la scissione di Giorgia Meloni. Questo 21,5 per cento, dopo che il PDL era tornato alla denominazione Forza Italia, si è ulteriormente ridotto al 14 per cento nel 2018 e ad un ancor più deludente 8,3 del 2022. Peggio ancora era andata in alcune successive elezioni regionali (in Friuli dal 12,1 del 2018 al 6,6 del 2023, in Lombardia dal 14,3 del 2018 al 7,2 del 2023, nel Lazio dal 14, 6 del 2018 all’8,4 del 2023). Come tornare allora, dopo l’inversione di rotta, a percentuali simili a quelle che i partiti popolari, liberali di ispirazione cristiana ottengono in tutta Europa, ben superiori al 20 per cento? La nostra proposta è molto semplice: dirigenti eletti a tutti i livelli, sino al segretario nazionale, in liberi congressi dove si possono e debbono confrontarsi sensibilità diverse, anche organizzate, come avviene nei partiti democratici di tutto il mondo. Sapendo che ogni iscritto può avere – parafrasando la famosa frase di Napoleone “ogni soldato porta nel suo zaino il bastone da Maresciallo” – la possibilità, per capacità e meriti, di diventare segretario del partito a tutti i livelli, da quelli locali a quello nazionale.


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