Politica

Fanpage e le sfide culturali di FdI

di Francesco Da Riva Grechi -


La libertà di stampa è un diritto fondamentale e sacrosanto anche se non tutti lo esercitano nel modo più cristallino. Resta il fatto che il problema denunciato da Fanpage esiste e va affrontato, subito e radicalmente. Per un movimento politico costituito il 28 dicembre 2012, derivante dal Popolo delle Libertà, fondato a sua volta da Silvio Berlusconi, e da Alleanza Nazionale, il problema generazionale sembrava non porsi. Anzi, la quarantenne Giorgia Meloni, oggi leader nazionale ed Europea, stella di prima grandezza della politica, ha costruito la sua fortuna sulla freschezza della sua gioventù e sulla siderale distanza che la separava dai percorsi tormentati delle precedenti generazioni della destra. Le energie della “generazione Atreju”, la più onesta, appassionata e vincente che la destra abbia mai avuto, in Italia ed in Europa, sono tutte protese ad affermare a livello di governo, ma non solo, il modello Giorgia, spazzando via le croste di un’egemonia culturale della sinistra costruita sulle menzogne e le ambiguità del movimento comunista internazionale. Ma adesso, a prescindere dalle reali intenzioni di Fanpage, ci si trova di fronte al possibile vuoto culturale degli eredi proprio di questa generazione Atreju. Una spada trafigge l’anima di tutti coloro che prestano a Fratelli d’Italia il loro sostegno convinto e concreto perché hanno la fortuna di condividerne lo slancio innovatore e riformatore. Che succederebbe se dietro questi fondatori del movimento, quarantenni, cinquantenni, ci fosse effettivamente una presenza significativa di giovani che si comporta ancora nel modo denunciato da Fanpage? Ovviamente il movimento di Gioventù Nazionale sta crescendo con il partito e si pu dire, con i rispettivi dirigenti nazionali, che siamo ancora ben lontani dal registrare tali presenze e per fortuna di tutti. Il rischio per è bene affrontarlo fin da subito e per due, importantissime, ragioni. La prima è l’immane spreco che costituirebbe un ritorno alla confusione e all’ignoranza del secolo scorso e della prima repubblica quando la destra e la sinistra si confrontavano solo sulle piattaforme ideologiche e, nella democrazia consociativa, non avevano ancora ruoli importanti né al governo (a parte ovviamente il PSI), né al parlamento (salvo, nel caso del PCI, ruoli formali, per chi era destinato all’opposizione eterna). Per Fratelli d’Italia ed il centrodestra, oggi, invece, lo spreco sarebbe gravissimo, perché, nel fiero e vittorioso cammino condotto con Forza Italia e Lega, non pu e non deve esserci spazio per razzismo e antisemitismo, che sono banditi in tutta la coalizione, unita, su questo, fin dal 1994. La seconda ragione è insita nell’asprezza della contesa politica a tutti i livelli. Il rischio di essere esposti ad un’accusa di antisemitismo o razzismo non pu essere accettato per colpa di ragazzi che, comunque, sono nel pieno del loro apprendistato e non possono mettere a repentaglio il rapporto del partito con gli elettori. Bisogna avere il pugno di ferro nel metterli alla porta e in condizione di non nuocere ad un movimento che è, e deve essere, tutto proiettato verso il futuro. In conclusione, la sfida culturale di Fratelli d’Italia, lo ha spiegato Fanpage, è anzitutto verso i propri giovani che, come tutti i figli, non sempre, spontaneamente, si adeguano all’esempio dei genitori.


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