Ex Ilva, la Corte Ue dice basta proroghe: giudici Milano decideranno su stop a impianto
(Foto diffusa nel mese di gennaio 2024 dalla pagina Facebook Taranto è lui)
Ex Ilva: nell’ultima settimana, per l’acciaieria di Taranto in attesa di rilancio, sono stati registrati l’allarme dei sindacati per la Cigs destinata ad oltre 5mila dipendenti e insieme il sotterramento dell’ascia di guerra tra Fedez e il Codacons che hanno chiesto ” tutela ambientale” davanti a 30 vittime e alle mamme di bambini nati con problemi genetici nell’area di Taranto. Ora, una sentenza della Corte di Giustizia Ue stabilisce che “in caso di pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana” provocati dall’attività dell’acciaieria Ex Ilva “il termine per applicare le misure di protezione previste dall’autorizzazione all’esercizio non può essere prorogato ripetutamente e l’esercizio dell’installazione deve essere sospeso”.
Da Lussemburgo viene ricordato come “nel 2019 la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva accertato significativi effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute degli abitanti” e che erano stati ripetutamente differiti i termini di attuazione di “varie misure previste dal 2012 per la riduzione del suo impatto”. La Corte risponde a una istanza presentata dai giudici lombardi (mentre il governo valuta la cosa in maniera contraria) e rileva che “l’inquinamento” vale per i danni all’ambiente e alla salute umana. Spetta ora al Tribunale di Milano valutare “la sospensione”. A fronte di “pericoli gravi e rilevanti”, non si può prorogare ripetutamente il termine per applicare le misure di protezione previste dall’autorizzazione all’esercizio dell’impianto.
Notizie che il sindaco del capoluogo jonico Rinaldo Melucci commenta cosi: “La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sull’ex Ilva, con cui è stato stabilito che l’attività industriale deve essere sospesa se pericolosa, ha una portata innovativa per le sorti della città di Taranto”. Melucci ricorda le iniziative assunte da primo cittadino di questi ultimi anni, “dalle ordinanze ai ricorsi in sede amministrativa, passando per la soluzione di un accordo di programma centrato sul tema della radicale decarbonizzazione e trasformazione tecnologica dello stabilimento siderurgico”.
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