Politica

Europee, Fioroni: “Schlein mettendo la faccia si attribuirà la sconfitta”

di Edoardo Sirignano -

GIUSEPPE FIORONI POLITICO


“Schlein mettendo la faccia si attribuirà la sconfitta”. A dirlo Giuseppe Fioroni, tra i fondatori del Pd e oggi a capo di “Piattaforma Popolare-Tempi Nuovi”.

Si avvicinano le europee. Quanto sono importanti per l’Italia?

Sono fondamentali per il futuro dell’Europa, che nel disegno di De Gasperi e dei padri fondatori, era dei popoli. Oggi, invece, registriamo che conta meno perché prigioniera di micro-nazionalismi. Non siamo ancora in grado di giocare a pieno il ruolo che dovremmo avere per quanto concerne la politica estera, sia in materia economica che di difesa.

Perché?

Essendo dentro una guerra ai nostri confini, l’azione dell’Ue dovrebbe essere più incisiva e determinante. Dovremmo lavorare per costruire la pace, pur tenendo conto che c’è un aggressore e un aggredito.

In questo quadro complesso, serve responsabilità per chi si candida…

In un Europa dove sovranismi e nazionalismi pensano di dettare la linea, vanificandone, l’esistenza stessa, c’è bisogno di un grande senso di responsabilità. Ciò vuol dire pensare al domani. Occorre dare agli italiani che si astengono e restano a caso un’offerta politica nuova. Schlein e Meloni, da sole, non riscaldano i cuori. Altrimenti non vincerebbe sempre il popolo degli astenuti

Quale potrebbe essere la novità?

Un centro popolare e riformatore è quello che gli italiani si aspettano, nonché una spinta per l’Europa.

Nel suo ex Pd i problemi sono tanti. Più di qualcuno sostiene che regni addirittura il caos a quelle latitudini…

Lasciare il Pd non è stata una scelta avventata. Ho, piuttosto, capito sul nascere il mutamento genetico di un partito diverso da quello che io stesso ho contribuito a fondare e di cui sono stato il primo segretario organizzativo. Una volta si rimproverava alla Cgil di essere la cinghia di trasmissione del Pci. Landini, adesso, invece, detta la linea. La stessa Schlein ha vinto perché sponsorizzata da quel sindacato.

Quali saranno le conseguenze?

Elly ha trasformato il Pd delle cento sfumature di rosso in un partito massimalista che spera di allearsi con Conte e compete con lui non per rappresentare il riformismo.

Elly, intanto, ci mette la faccia. Sarà candidata in tutti i collegi…

Qualcuno, a mio parere, prova a tagliarle la testa. Tutti sanno che le prossime europee per il Pd non saranno una marcia trionfale. Se la segretaria ci metterà la faccia su ogni circoscrizione sarà più facile attribuirle la sconfitta. La mutazione genetica del Pd, comunque, è avvenuta e avviene prescindendo dalla stessa figura di chi oggi lo guida.

In questo nuovo soggetto politico, c’è ancora spazio per i cattolici?

L’utero in affitto, l’eutanasia, la droga libera, i dubbi sul mantenimento degli impegni atlantici sono quanto più distinto e distante dalle posizioni dei popolari e dei cattolici democratici. Chi sta in un partito deve sostenerlo finché si sente a casa propria. Quando, invece, si rende conto dalla linea adottata di essere ospite sgradito e pagante dovrebbe chiedersi che senso ha restare. Se, poi, ha la sensazione di essere un ostacolo e un ingombro perché non riesce più a portare quello che il partito si aspetta, perché su determinate linee i propri elettori non lo seguono o preferiscono stare a casa, la domanda da porsi è semplice: perché restare ancora nel Pd?

A chi si rivolge?

Non tanto al gruppo dirigente. Viviamo, purtroppo, in un momento politico in cui spesso si confonde l’orizzonte del proprio futuro personale con quello del Paese. Mi rivolgo, quindi, agli elettori che votavano Pd perché si riconoscevano in quei valori portati avanti dai moderati. Mi auguro che si rendano conto di trovarsi in qualcosa di diverso da quanto prospettato inizialmente. Ecco perché abbiamo costruito “Piattaforma Popolare-Tempi Nuovi”. L’obiettivo è costruire un centro popolare e riformatore, dove con coraggio, responsabilità e anche tanta umiltà si superano le frammentazioni.

Come?

Con qualche passo di lato o indietro ritengo che si possa costruire un’offerta in grado di parlare al cuore di un ceto medio abbandonato e che non trova in Schlein e Meloni la risposta alle sue aspettative e speranze.


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