Europarlamento, stallo sulla Commissione. Adesso Ursula rischia
A due settimane dal voto dell’Europarlamento che ha confermato Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea per un secondo di mandato la sua poltrona già traballa e per di più pericolosamente. Lo stallo sui due vicepresidenti esecutivi, l’italiano Raffaele Fitto e la spagnola Teresa Ribera, appare ben lontano dall’essere superato. I veti incrociati posti da popolari, socialisti e liberali non sono stati superati neanche dopo gli incontri che Ursula von der Leyen ha avuto con i capigruppo Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie Hayer. I socialisti, dopo le audizione all’Europarlamento, hanno ufficializzato che non sono intenzionati a sostenere la corsa del ministro italiano al Pnrr, mentre il Ppe, trascinato dalla delegazione spagnola, è pronto a strappare su Teresa Ribera, duramente attaccata per la gestione dell’alluvione che ha colpito la Spagna e devastato Valencia. Insomma, la presidente della Commissione Ue dovrà mettere in campo tutta la diplomazia della quale è capace per provare a sbrogliare una situazione che minaccia non solo il voto per i vicepresidenti esecutivi, ma anche la stessa nascita del nuovo esecutivo europeo. Il dialogo aperto con i conservatori, dei quali Raffaele Fitto è un esponente, sembra aver eretto un muro invalicabile sul cammino della presidente della Commissione Ue e dentro e fuori dall’Europarlamento socialisti, liberali e verdi non ne fanno un mistero. Anzi, rilanciano la loro netta contrarietà a quello che considerano come uno spostamento a destra dell’asse politico sul quale si è trovata la quadra e sono stati stabiliti gli equilibri dopo le elezioni europee dello scorso giugno. Al punto che, qualora Ursula von der Leyen fosse con stretta alle dimissioni, se non riuscire a superare l’attuale situazione di impasse, all’Europarlamento circola già il nome di Mario Draghi come possibile alternativa alla guida della Commissione europea.
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