Attualità

L’INGRANDIMENTO – Europa, punto e a capo: la lezione di Draghi, gli eurobond di Panetta

di Giovanni Vasso -


Europa, punto e a capo. Il mondo sta cambiando nella maniera più fragorosa possibile. Trump, però, non sta facendo altro che velocizzare processi che, dagli States, erano già stati innescati. L’America ha un deficit commerciale spaventoso e ora che traballa non ha più alcuna intenzione di concedersi lussi. L’Europa, perciò, si ritrova punto e a capo. A dover immaginare una strategia nuova per la sua stessa sopravvivenza. Basta autoreferenzialità, basta snobismo. Bruxelles deve prendere coscienza dei suoi stessi errori. Perché Mario Draghi tutto è fuorché un pericoloso sovranista. E c’è da ascoltarlo se mette nero su bianco che l’Ue s’è scavata la fossa con le sue mani, che i dazi Usa saranno solletico rispetto ai suoi (veri) problemi. E che questi se li è praticamente messi da sé impiccandosi a una burocrazia kafkiana, abbattendo la crescita in nome del rigore (a chi fischiano le orecchie?), ignorando la necessità di diventare un vero mercato comune. Così l’Ue s’è rovinata prima ancora di Trump e del neoprotezionismo Usa avallato pure da Biden. Europa, punto e a capo, dunque. E’ l’ora dei “che fare”. Invece che Lenin, però, sarebbe forse il caso di ascoltare Fabio Panetta. Il governatore Bankitalia ha detto, sabato, che non è un destino ineluttabile quello della crescita debole. E che, anzi, bisogna lavorare per invertire la rotta. “Per costruire un’economia capace di crescere e competere saranno necessarie risorse ingenti, superiori a quelle del bilancio comunitario, occorreranno investimenti comuni, nell’ambito di un patto europeo per la produttività, finanziati anche con l’emissione regolare di titoli da parte della Ue”. In pratica, servono gli eurobond, ci vuole debito comune. Così che l’Europa possa, davvero, voltare pagina.


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