Europa e Ucraina dividono ancora l’opposizione
La manifestazione in favore dell’Europa ha visto le opposizioni (quasi tutte) riunite in Piazza del Popolo a Roma, ma la loro unità si è fermata lì. In Parlamento, infatti, continueranno a muoversi in ordine sparso. Martedì al Senato e mercoledì alla Camera verranno discusse le risoluzioni sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, con un focus su Ucraina e difesa comune. E ogni forza politica di minoranza presenterà un proprio documento, senza cercare una posizione condivisa. Il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra porteranno avanti una linea chiara e netta: il no al piano di riarmo europeo. Entrambi chiederanno al governo di non destinare fondi all’acquisto di armi, ma di impiegarli in settori come sanità, istruzione, welfare e sostegno alle imprese. La bozza di risoluzione dei Cinque Stelle è già pronta e Giuseppe Conte ha ribadito la sua posizione con un attacco diretto al governo Meloni: “Si è affannato a chiedere a Bruxelles di poter spendere fino a 35 miliardi in armi fuori dai vincoli europei. Dobbiamo fermarli”. Avs seguirà la stessa impostazione, chiedendo un’Europa di pace e rifiutando una corsa agli armamenti. Nonostante la sintonia sui contenuti, però, M5s e Avs hanno assunto atteggiamenti diversi nei confronti della manifestazione europeista di sabato scorso. In piazza erano presenti i leader della sinistra, come Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, mentre il Movimento 5 Stelle ha scelto di non partecipare. “Ognuno fa le sue valutazioni e noi le rispettiamo”, ha detto Fratoianni, pur sottolineando che a suo avviso era giusto esserci, perché in quel contesto “era diffuso il sentimento di chi pensa che dell’Europa ci sia un disperato bisogno e che per costruirla sia necessario mettere in campo la pace, il multilateralismo e la difesa del nostro welfare”. Più complesso il quadro all’interno del Partito Democratico. La segretaria Elly Schlein si trova davanti a una prova cruciale: deve cercare di tenere insieme le diverse anime del partito sulla politica estera, dopo le divisioni emerse in occasione del voto di Strasburgo sulla difesa europea. La risoluzione del Pd dovrà provare a mediare fra posizioni differenti e la stesura finale sarà determinante per capire la tenuta del partito. Il clima delle prossime ore darà un’indicazione anche su un possibile congresso, ipotesi che continua a circolare tra i dem. Venerdì c’è stata una lunga riunione tra i capigruppo del Senato, Francesco Boccia, e della Camera, Chiara Braga, insieme ai responsabili Esteri e Difesa del partito, per cercare una sintesi in vista del dibattito parlamentare. Martedì mattina, poche ore prima dell’intervento di Meloni a Palazzo Madama, è prevista un’assemblea congiunta dei parlamentari Pd. Sarà un passaggio decisivo per capire se esiste una volontà reale di trovare una posizione comune o se si arriverà a una resa dei conti interna. Se il Pd cerca un equilibrio e M5s e Avs marciano divisi ma con idee simili, il quadro è ancora più frammentato tra le forze centriste. Azione e Italia Viva, pur condividendo una linea favorevole alla difesa europea, continuano a scontrarsi su altri fronti. L’attrito più evidente è tra Angelo Bonelli e Carlo Calenda. Il leader dei Verdi ha criticato duramente l’atteggiamento del leader di Azione: “Chi non la pensa come lui diventa un nemico”. A rincarare la dose è stato Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, che ha attaccato Calenda parlando di “completa assenza di lucidità”. Le divisioni nell’opposizione restano dunque profonde, e la manifestazione per l’Europa non è riuscita a colmarle. Tuttavia, Fratoianni si dice ottimista: “Pd, M5s e Avs hanno detto la stessa cosa: no a un piano di riarmo che rincorre la spesa nazionale inefficiente, sbagliata e fuori centro. Mi pare un passo in avanti”. Ma, al netto di questa sintonia tematica, la galassia dell’opposizione appare ancora distante da una vera convergenza politica. Per ora, l’unità resta un obiettivo lontano, mentre il governo Meloni può continuare a contare su una minoranza frammentata e incapace di fare fronte comune.
Torna alle notizie in home