Ambiente

Euro 7: l’Europa allenta la stretta, l’Italia esulta

di Angelo Vitale -


Euro 7, dal Consiglio Ue è arrivata la definizione della posizione negoziale sul regolamento  circa le emissioni di auto, furgoni, bus e camion. Quasi un’inversione di rotta, un segnale di discontinuità rispetto ai lacci e all’ideologismo. Per l’Italia, il senso di una vera e propria vittoria, dopo il ribaltamento della precedente maggioranza, nel rispetto dell’obiettivo di norme più adeguate per le emissioni dei veicoli,ma tenendo però conto delle esigenze dell’industria automobilistica che chiedeva più tempo e dei Paesi che, come il nostro, credono con i loro attuali governi in una sostenibilità che non sia solo ambientale ma anche sociale ed economica.

La proposta di regolamento Euro 7 ora approvata riguarda l’omologazione dei veicoli a motore e dei motori e dei sistemi per i veicoli, riguardo ad emissioni e durata delle batterie. Per la prima volta copre insieme auto, furgoni e veicoli pesanti e ha per principale target la riduzione degli inquinanti atmosferici derivanti dal trasporto stradale.

Héctor Gómez Hernández, ministro spagnolo dell’Industria, spiega la scelta di “adottare livelli di emissioni realistici per i veicoli del prossimo decennio, aiutando al contempo la nostra industria a compiere il salto definitivo verso le auto pulite nel 2035. La presidenza spagnola si è dimostrata sensibile alle diverse esigenze e alle richieste degli Stati membri. Ne sono emersi un ampio sostegno, un equilibrio nei costi di investimento dei produttori e un miglioramento dei benefici ambientali derivanti dal regolamento”.

La posizione negoziale, secondo il Consiglio, trova un equilibrio tra requisiti “rigorosi” per le emissioni dei veicoli e la necessità dell’industria di effettuare investimenti aggiuntivi, in un momento in cui i produttori automobilistici europei stanno attraversando una transizione verso la produzione di auto a emissioni zero.

E quindi l’approccio generale mantiene i limiti di emissione e le condizioni di prova esistenti per i veicoli leggeri, pure con una disposizione speciale sugli autobus urbani per garantire la coerenza con l’obiettivo di emissioni zero 2030.

Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è nato un “fronte della responsabilità riuscito in ciò che molti ritenevano impossibile: un vero ribaltamento delle forze in campo, che cambia la maggioranza in Ue. C’è un testo profondamente migliorato e che risponde ad una visione finalmente concreta, realistica, pragmatica più volte reclamata dall’Italia”. “Prevale finalmente – chiosa la ragione sulla ideologia”.

Un “fronte della responsabilità” coordinato da Repubblica Ceca, insieme con Italia e Francia, che ha cambiato per la prima volta gli assetti sulla transizione ecologica. Nella nuova proposta vengono rinviati di circa due anni i tempi di adozione della nuova normativa, garantendo più tempo alle aziende nella riconversione verso il green, sia per i veicoli leggeri che pesanti. Ed eliminati nuovi vincoli più restrittivi, per le emissioni di particolato e per i test di emissioni delle autovetture.

Ne risulteranno così ridotti in modo significativo – fa capire – i costi per le imprese dell’automotive, con minori investimenti per l’adeguamento alle nuove tecnologie e meno costi per i consumatori. In tal modo, possibili da ora più risorse per gli investimenti sulla transizione all’elettrico. L’auspicio finale di Urso è per la chiusura del trilogo entro il semestre: “È finita la stagione della follia ideologica, ora prevale il buon senso della ragione”.


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