Cultura & Spettacolo

ETERNA ETEREA AUDREY

di Redazione -


DI BENEDETTA BASILE

Sono passati 30 anni dalla morte di Audrey Hepburn, attrice britannica, intramontabile e inimitabile icona di eleganza e di stile.
Sì, inimitabile, perché negli anni per quanto tante donne abbiano provato a indossare un tubino nero smanicato, un paio di occhialoni neri e un cappello, nessuna è stata in grado di raggiungere quel “non so che” che rende la Hepburn, appunto, inimitabile. Ma l’artista non fu solo bella e di stile, ma anche, consapevolmente, di gran talento: dal 1954 al 1993 vinse tre David di Donatello, due Premi Oscar e un SAG Award.
Il vero nome dell’attrice era Audrey Kathleen Ruston e nacque a Ixelles, un comune di Bruxelles, dal padre Joseph Anthony Ruston e la madre, la baronessa Ella Van Heemstra, un’aristocratica di origini olandesi.Nel 1935 il padre abbandonò la famiglia, un evento nell’ esistenza dell’artista che lei stessa ha definito “il più traumatico della sua vita”.
Alcuni anni dopo lo ritrovò a Dublino, grazie alla Croce Rossa e dopo essersi ritrovati, non si persero più, tanto che Audrey lo aiutò anche finanziariamente fino alla sua morte.
Dietro a quell’icona senza tempo, si nasconde però una bambina che ha conosciuto la guerra e la sofferenza e tutto ciò condizionò molto la sua vita. La Hepburn studiò danza fin da bambina e nel 1944 divenne una ballerina a tutti gli effetti. Nell’inverno del 1944 i tedeschi sequestrarono le poche riserve di cibo e di carburante degli olandesi, l’artista soffrì di parecchie problematiche legate alla malnutrizione.
Quando finalmente la guerra finì e i Paesi Bassi furono liberati, la piccola Audrey compì 16 anni. Fu lei stessa ad affermare: “l’incredibile sensazione di conforto nel ritrovarsi liberi, è una cosa difficile da esprimere a parole. La libertà è qualcosa che si sente nell’aria. Per me è stato sentire i soldati parlare inglese, invece che tedesco e l’odore di vero tabacco che veniva dalle sigarette”. Si trasferì a Londra, ma a causa della sua altezza e della malnutrizione di cui soffrì in precedenza, le sue chance di diventare una prima ballerina erano ben poche.
Fu così che “deviò” il suo talento sulla recitazione.
La sua carriera di attrice iniziò con un documentario educativo e, subito dopo, iniziò a recitare a teatro in una serie di musical.
Il primo ruolo significativo arrivò grazie all’aiuto di Valentina Cortese in “The Secret People”, dove potè mettere a frutto le sue capacità nella danza, dovendo interpretare una ballerina. Nel 1952 arrivò il provino per “Vacanze Romane”. La Paramount Pictures voleva assegnare il ruolo a Elizabeth Taylor, ma il regista William Wyler, appena vide il provino di Audrey, non ebbe alcun dubbio e volle lei a tutti i costi.
“Aveva tutto quello che stavo cercando fascino, innocenza e talento. Era assolutamente incantevole e ci dicemmo ‘è lei’”, dichiarò Wyler. Così ottenne il primo Premio Oscar. In seguito arrivò “Sabrina” con Hemphrey Bogart e William Holden. Per questa pellicola il guardaroba della Hepburn venne affidato allo stilista francese Givenchy, con cui nacque un sodalizio che durò per tutta la vita.
Nel 1954 conobbe Mel Ferrer con cui si sposò lo stesso anno. Audrey già nella seconda metà degli Anni 50 era una delle attrici più famose e influenti di Hollywood e il suo stile era già imitatissimo. In seguito recitò in “Cenerentola a Parigi”, “Arianna”, “Verdi dimore”, “Gli inesorabili” e “La storia di una monaca”, che fu una delle interpretazioni più difficili e una delle migliori mai viste prima. Arrivò nel 1961 la parte che le valse l’ennesima candidatura agli Oscar e la consacrò una stella del cinema a livello planetario, “Colazione da Tiffany”, tratto dal libro di Truman Capote. Recitò anche in “Quelle due”, “My Fair Lady”, “Insieme a Parigi”, “Come rubare un milione di dollari e vivere felici”, “Due per la strada”, “Gli occhi della notte”. Alla fine degli Anni 60 divorziò da Ferrer e sposò nel 1969 lo psichiatra italiano Andrea Dotti. Dopo una pausa dalle telecamere, riprese a recitare nel 1976 al fianco di Sean Connery in “Robin e Marian”.
L’ultimo ruolo importante della sua carriera fu in “… e tutti risero” con Ben Gazzara.
Nel 1992 durante un viaggio di beneficienza in Somalia l’attrice accusò dei forti dolori allo stomaco e dopo varie visite emerse che si trattava di un cancro al colon.
Audrey Hepburn morì nel sonno il 20 gennaio 1993, ma le icone come lei sono eterne.


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