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Eredità Agnelli, Margherita “segna” un altro gol ai figli

di Ivano Tolettini -


Nella battaglia miliardaria per l’eredità dell’avvocato Gianni Agnelli e della moglie Marella Caracciolo la figlia Margherita, tramite la Procura della Repubblica di Torino, mette a segno un altro gol nei confronti dei tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann. Dopo che a luglio la Cassazione aveva confermato i sequestri di documenti, device e computer per provare che la residenza in Svizzera di Marella sarebbe stata fittizia, ora lo Stato ottiene i sigilli su 74,8 milioni di euro di beni mobili e immobili degli Elkann, il commercialista di fiducia della famiglia, Gianluca Ferrero, che è anche presidente della Juventus, e il notaio svizzero Urs Robert von Grunigen. Firmato dal gip l’ingente sequestro per equivalente, i magistrati piemontesi vogliono marciare a tappe forzate verso il processo per l’ipotesi di truffa erariale ai danni dello Stato per il mancato versamento dei tributi su un asse ereditario di 734 milioni di euro che giaceva alle Isole Vergini Britanniche, paradiso fiscale che gli Elkann ritenevano di mantenere al coperto di ogni pretese della madre e tributaria.

Margherita e l’eredità Agnelli – La difesa e l’attacco dei pm

Immediata la replica del collegio difensivo con gli avvocati Paolo Siniscalchi e Federico Cecconi, che affermano “che il sequestro non soddisfa i requisiti previsti dalla legge per la sua emissione, perché non c’è mai stato alcun rischio di dispersione dei beni degli indagati”. Appare scontato il ricorso al Tribunale del Riesame e, qualora fosse mantenuto il provvedimento, i legali si rivolgeranno alla Suprema Corte. Come abbiamo scritto in precedenza, dopo la morte dell’avvocato Agnelli nel 2003 e la firma di un accordo in teoria tombale tra Margherita e i tre figli di primo letto di rinuncia alla futura eredità in cambio di 1,3 miliardi di euro, nel 2020 l’unica figlia rimasta in vita di Gianni e Marella ha cambiato strategia ritenendo che i suoi figli di secondo letto, Peter, Anna, Tatiana e Sofia De Pahlen siano stati danneggiati da quell’accordo.

Il motivo sarebbe che lei (e di conseguenza i suoi figli più piccoli), grazie alla strategia disegnata dal commercialista Ferrero con la consulenza giuridica-notarile di von Grunigen, non avrebbe saputo di una porzione dell’ingente eredità di Gianni all’estero. Di modo che l’accordo transattivo del 2004 sarebbe nullo. Non solo, poiché la residenza estera di Marella Caracciolo sarebbe stata di facciata, i patti successori sottoscritti all’estero sarebbero nulli e andrebbero versate le imposte in Italia. Di qui l’avvio dell’inchiesta da parte della Procura di Torino con il Procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti che ipotizzano il presunto mancato versamento dell’Irpef su 42,8 milioni di euro della rendita vitalizia versata da Margherita alla madre dopo la morte del padre (29 milioni in quattro anni) e di redditi di capitali per 117 milioni di euro frutto dell’attività di due trust alle Bahamas. A questi mancati versamenti erariali si aggiungono altri 32 milioni di euro sull’eredità di 734 milioni di euro. Tutti soldi che i fratelli Elkann hanno ereditato dalla nonna in base alla normativa svizzera, ma contestati dalla madre Margherita la quale oltre ad avere avviato una causa civile a Torino, ha presentato un articolato esposto nel 2022 da cui è originato l’attuale inchiesta.

Non è escluso, qualora gli indagati comprendessero di essere alle strette giudiziarie, ma questo lo si potrà comprendere più avanti, che potrebbero agire su due piani con un accordo da un lato con l’Agenzia delle Entrate e dall’altro con la madre. Bisogna considerare che gli Elkann in qualità di proprietari dell’holding Dicembre, che controlla un impero straordinario dentro il quale ci sono Exor, Stellantis, Ferrari e moltissimo altro ancora, hanno disponibilità finanziarie miliardarie come poche famiglie al mondo e potrebbero raggiungere un nuovo accordo con la madre e i fratellastri che potrebbe metterli al riparo anche dalle potenziali ricadute penali. Se è vero che finora non c’è stata alcuna sentenza definitiva a favore di Margherita, è altrettanto vero che la battaglia senza esclusione di colpi legali potrebbe durare molti anni ancora e concludersi con un esborso finanziario maggiore per i fratelli Elkann poiché la madre ha aperto fronti giudiziari anche in Svizzera dove sono pendenti alcune cause.


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