Esteri

Erdogan: “Per Netanyahu un posto accanto a Hitler, Mussolini e Stalin”

di Ernesto Ferrante -


I rapporti tra Ankara e Tel Aviv sono ai minimi termini. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a scagliarsi contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con parole estremamente dure. “Netanyahu si è guadagnato un posto accanto a Hitler, Mussolini e Stalin come nazisti del nostro tempo dopo i crimini umanitari commessi a Gaza”, ha detto Erdogan alla vigilia dell’inizio del Ramadan, mese sacro all’Islam, aggiungendo che “dal 7 ottobre gli eventi accaduti a Gaza sono andati oltre ciò che può essere tollerato”.

La presa di posizione della Turchia è drastica e senza sconti: “Ci impegniamo a ritenere questi ‘assassini’ responsabili secondo il diritto internazionale. Per la coscienza dell’umanità sono già stati condannati”.

Al mondo islamico, che conta una popolazione di circa 2 miliardi di persone, viene addebitato di non aver “adempiuto al proprio dovere di fratellanza verso il popolo palestinese nel suo vero senso”. Nel frattempo, un’altra imbarcazione della Mezzaluna Rossa turca, con tremila tonnellate di aiuti umanitari, è salpata un giorno fa e dovrebbe raggiungere domani il porto egiziano di al-Arish. In totale, ne sono già state distribuite 40mila tonnellate attraverso 19 aerei e sette navi civili.

Il leader turco ha rivendicato i buoni rapporti con Hamas: “Non è una organizzazione terroristica, ma di resistenza” e “la Turchia dialoga costantemente con i suoi leader e li sosteniamo fermamente”. “Nessuno può indurci a definire Hamas una organizzazione terroristica”, ha proseguito, ritenendo che “Israele è uno stato terrorista”.

I miliziani di Hamas hanno chiesto alla popolazione palestinese di marciare verso la Moschea di al-Aqsa durante il Ramadan. “Non permettete al potere dell’occupazione di dettare legge sul campo”, ha dichiarato in un videomessaggio il portavoce Abu Obaida. L’appello è stato postato sull’account di Telegram delle Brigate al-Qassam, il braccio armato del gruppo. Un guanto di sfida lanciato al governo dello Stato ebraico, che ha posto alcune limitazioni di accesso luogo di culto durante il Ramadan, motivandole con ragioni di sicurezza.

Continua ad aggravarsi il bilancio di sangue nell’enclave palestinese. Secondo il ministero della Salute di Gaza, i morti sono 30.960 morti, 82 dei quali nelle ultime 24 ore. Il bollettino aggiornato, di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera, riferisce inoltre di 72.524 feriti da quando sono iniziate le operazioni militari israeliane.

Il Comando centrale Usa (Centcom) ha smentito le ricostruzioni circolate nelle scorse ore sulla strage dei pacchi. “Siamo a conoscenza delle notizie secondo le quali ci sarebbero civili uccisi a seguito di lanci di aiuti umanitari. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie di coloro che sono stati uccisi. Contrariamente ad alcuni rapporti, la loro morte non è stata conseguente al lancio da parte di aerei statunitensi”, si legge in una nota.

Il Canada ha annunciato la ripresa dei finanziamenti all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo internazionale Ahmed Hussen durante una conferenza stampa. Anche la Svezia ha assunto la stessa decisione, dopo aver avuto garanzie che verranno fatti controlli aggiuntivi sulle spese effettuate e sul personale. Le erogazioni di denaro erano state sospese dopo che era emerso il coinvolgimento di alcuni dipendenti nell’attacco sferrato da Hamas contro il sud di Israele lo scorso 7 ottobre.

“Il governo ha stanziato 400 milioni di corone all’Unrwa per l’anno 2024. La decisione di oggi riguarda un primo pagamento di 200 milioni di corone”, è scritto in una comunicato


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