Politica

PRIMA PAGINA-Energia, clima, competitività. Il governo fa tris. Intervista al ministro Pichetto Fratin

di Giuseppe Ariola -


La linea del governo su ambiente ed energia, le strategie per il futuro, dall’idrogeno al nucleare, passando per le fonti rinnovabili, così da accelerare il processo di decarbonizzazione, l’importanza di investire nelle imprese energivore in un’ottica di competitività europea. Ne abbiamo parlato con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Energia, clima, competitività industriale. Come si coniugano?

“Son tre temi al centro dell’azione di Governo, ma non in antitesi fra loro. Gli obiettivi di decarbonizzazione e gli interventi di contrasto ai cambiamenti climatici devono innestarsi in un percorso che deve garantire competitività al nostro settore industriale. Per questo stiamo attuando una serie di misure per colmare il gap delle nostre imprese con quelle europee che oggettivamente sostengono costi di energia inferiori”.

A quali misure fa riferimento?

“In primis al decreto energy release, che prevede un ruolo attivo degli energivori negli investimenti in impianti rinnovabili per circa 12 miliardi di euro complessivi a fronte di un’anticipazione di energia a prezzi calmierati per i prossimi tre anni. Un’altra misura importante è il decreto sulle ‘condizionalità green’ per le imprese a forte consumo di energia elettrica che beneficiano di agevolazioni in bolletta a fronte di alcuni interventi migliorativi dei processi industriali. Stiamo inoltre lavorando sia all’attuazione della gas release, sia ad un rafforzamento nell’ambito dell’Ets delle misure a sostegno dei settori industriali a rischio rilocalizzazione. Senza dimenticare l’apporto benefico nel medio periodo derivante dalla cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (Ccs) e dall’idrogeno”.

Sugli ultimi due temi Ccs e idrogeno, qual è la strategia del Mase al riguardo?

“Sono due leve essenziali per la decarbonizzazione dei settori hard-to-abate, si pensi agli impianti siderurgici o alle vetrerie. In ambito Ccs, l’istituzione del nuovo Comitato ci consentirà di far fronte alle crescenti iniziative in materia, con tutte le garanzie tecnico-scientifiche necessarie allo sviluppo di questa ambiziosa tecnologia. Sulla base degli esiti dello studio in corso al ministero verrà definito un quadro di riferimento normativo funzionale all’effettivo sviluppo della filiera. Sull’idrogeno stiamo finalizzando la Strategia nazionale che, insieme ad uno schema di incentivi sulla produzione e alle misure già previste nel Pnrr, permetterà una maggiore attrattività di tale vettore, che avrà un ruolo chiave nell’industria pesante e nei trasporti”.

Tra i temi che più tengono banco in Europa, soprattutto dopo la riconferma di Ursula von der Leyen, c’è il Green Deal. In molti, anche in Forza Italia, vorrebbero rivedere alcuni dossier e obiettivi. Qual è la sua posizione?

“La nostra idea è che il Green Deal vada gestito in modo realistico. Imporre tempistiche non rispettabili sulle case green non agevola le azioni di efficientamento del patrimonio immobiliare; così come non valorizzare il ruolo dei biocarburanti nel settore automotive non agevola la riduzione delle emissioni in ambito trasporto”.

C’è davvero un ambientalismo ideologico che rischia addirittura di risultare controproducente?

“Ho la sensazione che l’ambientalismo ideologico stia lasciando il passo ad un ambientalismo pragmatico. Le persone sono sempre più consapevoli della necessità di modificare i propri comportamenti in ottica green giocando un ruolo attivo, come nel caso delle comunità energetiche. In questo cambio di paradigma, è aumentata la consapevolezza che la domanda di consumo non potrà essere totalmente gestito con le rinnovabili elettriche. Per questo abbiamo rilanciato il tema della ricerca e sviluppo sul nucleare di ultima generazione, che sarà cruciale in futuro per sicurezza e decarbonizzazione”.


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