Emilia Romagna palude malata
MATTEO BASSETTI MEDICO DIRETTORE CLINICA MALATTIE INFETTIVE OSPEDALE POLICLINICO SAN MARTINO
Carcasse di animali, fognature, zanzare. Se la furia dell’acqua ha distrutto tutto quello che ha trovato sulla sua strada, ora l’Emilia Romagna in ginocchio per l’alluvione deve combattere contro pericolosi nemici invisibili: batteri, parassiti e virus. Perché dalla melma stagnante che tiene in ostaggio interi paesi parte la nuova emergenza per la popolazione, a forte rischio igienico-sanitario.
CORSA AL VACCINO
La situazione peggiore a Conselice, nel Ravennate, dove i cittadini hanno assediato l’ospedale per sottoporsi alle vaccinazioni contro il tetano. L’Esercito ha inoltre consegnato alla popolazione disinfettanti da usare su eventuali ferite aperte, che a contatto con i germi potrebbero infettarsi. Il sindaco Paola Pula, che già nei giorni scorsi aveva invitato gli abitanti ad abbandonare le loro case, ieri ha firmato un’ordinanza che impone a tutti i residenti nelle zone ancora allagate di lasciare immediatamente le proprie abitazioni, per scongiurare il rischio imminente di contrarre pericolose malattie infettive. D’altronde l’epidemia aleggia già su quelle acque contaminate e nella regione si sono registrati i primi ricoveri, provocati da gastroenterite batterica. Una delle malattie meno gravi rispetto alle minacce alla salute a cui sono espostei i residenti a contatto con quelle acque putride. Dall’epatite A alla leptospirosi, quelle più imminenti, fino alla febbre dengue e alla West Nile nelle prossime settimane, quando con il caldo si schiuderanno decine di migliaia di larve di zanzare. A delineare l’allarmante situazione Matteo Bassetti, primario di Infettivologia al San Martino di Genova. “La situazione è grave, avevo avvisato dei rischi già una settimana fa”, precisa Bassetti, “e mi stupisce che non abbiano deciso di evacuare prima quelle aree. Ci sono migliaia di cittadini che hanno vissuto con i piedi nella melma, dove dentro c’è di tutto. Ci sono le fogne, completamente defluite, l’acqua reflua mista a quella piovana e del fiume, i rifiuti, le carcasse di animali, sia quelli allevati che quelli selvatici, morti tutti annegati. È facile intuire la carica batterica che c’è in quell’acqua”.
PRIMI RICOVERI
L’infettivologo, nel ricordare i primi casi di ricoveri per gastroenteriti, prevede nell’imminenza l’insorgere di dermatiti e congiuntivi. “Le infezioni potenziali sono la salmonella, l’escherichia coli, il tetano, l’epatite A ma anche dei protozoi o la leptospirosi, che è una malattia gravissima trasmessa dai topi. E poi bisognerà sperare nel proseguo, perché ci sono le infezioni che potrebbero insorgere più avanti. Il dato positivo è che si tratta di infezioni non trasmissibili da uomo a uomo, ma il pericolo maggiore è rappresentato dalle zanzare, perché in quelle aree paludose ci sarà una concentrazione di insetti e parassiti che potrebbero trasmettere altre malattie pericolose, come la febbre del Nilo”. Un’epidemia che nei mesi scorsi è stata tenuta sotto osservazione, per la preoccupazione di un contagio che potesse intasare i pronto soccorso, già duramente provati dalla pandemia da Covid-19. “In futuro non è escluso che in quell’area non ci possa essere un focolaio di West Nile”, ha spiegato il professor Bassetti, “le zanzare in quella zona hanno già trasmesso quel tipo di infezione, dunque immaginate oggi cosa può succedere. È chiaro che poi bisognerà bonificare tutta l’area diventata ormai una palude, nella quale ovviamente ci sarà una grande proliferazione di zanzare. Tra l’altro quella è una delle zona dove è stata per la prima volta distinta la malaria, perché il Polesine fino a ottanta-novant’anni fa era una zona malarica. Oggi non c’è il rischio malaria, ma West Nile sì. E questa può essere una malattia molto grave per le persone immunodepresse e per gli anziani”.
LE RACCOMANDAZIONI
Mentre gli interventi per limitare la proliferazione delle malattie trasmesse dalle zanzare spettano alle autorità regionali nelle prossime settimane, nell’imminenza “tocca ai cittadini cercare di tutelarsi, evitando in tutti i modi il contatto con quell’acqua putrida”, raccomanda Bassetti, indicando le precauzioni per chi è costretto a immergersi nell’acquitrino: “Bisogna indossare stivaloni e guanti, non portare mai le mani agli occhi e alla bocca, lavarsi continuamente le mani con le soluzioni idroalcoliche e vaccinarsi, almeno per quelle che sono le due malattie infettive che si possono prevenire, ovvero il tetano e l’epatite A. Il rischio è per tutta la popolazione, ma il pericolo maggiore lo corrono gli anziani e i bambini, che in caso di contagio avrebbero un decorso della malattia molto più impegnativo”. La parola d’ordine resta la prevenzione, in attesa che la Regione attivi un tavolo per prendere provvedimenti in grado di arginare l’emergenza igienico-sanitaria.
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