Attualità

Emergenza Carceri, suicidi e sovraffollamento tra silenzi politici e diritti violati

di Giulia Sorrentino -


Settantacinque è il numero dei suicidi avvenuti nei nostri istituti penitenziari da inizio anno: un numero per cui l’Italia potrebbe rischiare una seconda sentenza Torreggiani viste le condizioni in cui versano le nostre carceri. Era l’8 gennaio 2013 quando la seconda Camera della Corte europea dei diritti umani (Cedu), ha condannato lo Stato italiano per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani per trattamenti disumani e degradanti. Non è solo l’articolo 27 della Costituzione quello a cui dobbiamo appellarci per far sì che il concetto di riabilitazione sia veramente messo in pratica. Una riabilitazione che passa molto e anche attraverso chi soffre di disturbi psichiatrici in carcere. C’è una branca della genetica che prende il nome di epigenetica, che si occupa di studiare come i fattori ambientali possono modificare l’espressione dei nostri geni.

Emergenza carceri: suicidi e sovraffollamento. Quali sono le cause?

L’ambiente circostante è fondamentale anche e soprattutto per il funzionamento del nostro cervello, che si ciba, si innamora e si nutre voracemente non solo della propria chimica, ma anche di ciò che ne influenza il funzionamento. Il carcere è certamente un ambiente ostile soprattutto per le persone che presentano un disagio mentale. Soggetti che andrebbero tutelati e per i quali dovrebbero esistere dei percorsi alternativi seri e strutturati che consentano al contempo una cura dei disagi in essere. Attacchi di panico, depressione, ansia, disturbo di personalità, psicosi. Questi sono solo alcuni degli innumerevoli quadri clinici che altro non possono che peggiorare dietro le sbarre. Ricollocare in modo alternativo chi ha commesso dei reati ma al contempo presenta una seria e conclamata situazione mentale compromessa garantirebbe due benefici: il primo è la tutela del diritto alla vita e alla salute di quegli esseri umani, il secondo è una diminuzione del numero dei detenuti all’interno delle nostre carceri.

C’è anche un altro aspetto molto importante che riguarda il sovraffollamento, aspetto che dovrebbe certamente meritare il rinnovamento degli istituti già in essere e la costruzione di altri impianti. Il dato assurdo, però, ci dice che oltre il 30% della nostra popolazione penitenziaria è costituita da stranieri. Stranieri che gravano su uno Stato che non ha certamente bisogno di ulteriori problemi economici, e no, noi cittadini non dovremmo occuparci di mantenere chi nel nostro Paese non rispetta le regole. Questo perché, in concerto con il contrasto dell’immigrazione clandestina, ci deve essere il contrasto all’illegalità perpetrata da chi non riconosce le leggi e le istituzioni italiane. Una domanda al Pd: ma voi, dopo non aver fatto assolutamente nulla in merito in anni e anni di Governo, voi che vi ritenete i paladini dei diritti a giorni alterni, come mai non dite una parola? Forse perché i detenuti non portano tanti voti quanti ne può portare la comunità LGBTQ+?


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