Emanuela Orlandi, un mistero sempre più fitto
Nuovi elementi emergono sul caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa il 22 giugno 1983, dopo le dichiarazioni rese ieri alla Commissione bicamerale d’inchiesta da Sabrina Calitti, ex compagna di scuola della giovane. Dopo aver rinunciato all’ultimo momento la settimana scorsa, Calitti si è presentata a palazzo San Macuto accompagnata da un avvocato, rilasciando una testimonianza con alcuni particolari inediti, ma anche con punti che sembrano in contrasto con quanto dichiarato nel 1983 alla Squadra Mobile di Roma. Calitti ha ricostruito il pomeriggio della scomparsa, spiegando che lei ed Emanuela frequentavano la scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria” e che quel giorno si stavano svolgendo le prove per un concerto all’auditorium della Conciliazione. “Ero in ritardo e salivo le scale quando ho visto Emanuela dietro di me, anche lei era in ritardo. C’era una cabina telefonica su quel piano, e lei mi ha detto: ‘Tu vai, devo fare una telefonata’. Poi aggiunse: ‘Devo andare via, ho un appuntamento’”. Un dettaglio che secondo l’ex allieva sarebbe l’ultimo scambio avuto con Emanuela Orlandi. Finite le prove, Calitti racconta di averla poi incrociata nuovamente mentre lei, in compagnia di altri allievi, si dirigeva verso piazza Navona per prendere l’autobus. “L’ho vista sola sul marciapiede di corso Rinascimento, dal lato di piazza Sant’Agostino. Tanto che feci la battuta: ‘Aveva tanta fretta e ancora sta là’”. Questa nuova collocazione dell’ultimo avvistamento di Emanuela non combacia però con quanto dichiarato da Calitti nel 1983, quando disse di averla vista per l’ultima volta sulle scale della scuola. Né coincide con quanto riferito da un’altra allieva, Laura Casagrande. Proprio questa incongruenza ha suscitato perplessità tra i commissari, alcuni dei quali hanno definito l’audizione “insoddisfacente” per le contraddizioni rispetto alle vecchie versioni. In serata, fonti della Commissione hanno parlato di “un punto interrogativo rilevante”: Calitti ha mentito allora o ora? E perché? Per confondere le acque? Per proteggere qualcuno? O per offrire un nuovo spunto investigativo? La Commissione ha intenzione di approfondire la questione, considerando la nuova versione come un elemento potenzialmente utile ma che necessita verifiche, specialmente in vista delle indagini ancora in corso da parte della Procura di Roma.
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