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Emanuale Squarci: “Vi racconto perché a Siena il Palio dura tutto l’anno”

di Federico Tassinari -


Il palio di Siena è uno di quegli eventi che conoscono in tutto il mondo, storia, tradizioni, competizione si fondono ogni anno per due volte, il 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano e il 16 agosto Madonna Assunta, la piazza del Campo diventa teatro di un evento che ufficialmente si corre dal 1633, da quando le 17 contrade si contendono la vittoria. La corsa è l’evento clou ma le contrade, i cittadini di Siena vivono e collaborano ai preparativi che per 365 giorni all’anno riempiono di passione i senesi. Abbiamo incontrato il Magistrato delle contrade, Emanuele Squarci, al quale abbiamo fatto alcune domande sui retroscena dello storico evento che solo gli addetti ai lavori e i senesi conoscono.

Palio tutto l’anno?
“Palio 365”, è il titolo della mostra inaugurata lo scorso novembre e che si è conclusa ieri a Santa Maria della Scala. Il Palio, inteso nel suo complesso e non nei pochi minuti della corsa, infatti è stato riconosciuto come “espressione di identità culturale collettiva”. È il riconoscimento da parte dello Stato italiano di una realtà della quale noi senesi siamo ben consapevoli e che si basa su una storia secolare. Una storia, come ha detto Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, che vede nelle corse del Palio solo un momento di un percorso di vita quotidiana e di crescita comunitaria che si sviluppa lungo tutto il corso dell’anno.

Ogni contrada ha un circolo ricreativo che rappresenta la fusione fra diverse generazioni, una integrazione che si sta perdendo e che qui continua?
Sì, ogni Contrada ha un luogo di incontro quotidiano che noi chiamiamo “Società”, che è assimilabile a un circolo ricreativo. Normalmente è aperto dal primo pomeriggio alla mezzanotte di ogni giorno; completamente gestito da contradaioli di varie generazioni che si alternano nei vari compiti. Sostituisce in parte la vita del rione, ormai rarefatta perché gran parte dei contradaioli vive fuori dal centro storico o anche in altre zone della città rispetto al territorio della propria Contrada. Ci si trova qui per fare “due chiacchiere” o una partita a carte, per guardare insieme la televisione o anche per mangiare insieme. È anche il luogo in cui le varie generazioni si incontrano e interagiscono; nel quale si tramandano insegnamenti e tradizioni. In Società si svolgono anche incontri e appuntamenti di taglio culturale e si organizzano le attività delle varie commissioni, tra cui, importante quella di Mutuo Soccorso o di Solidarietà che dir si voglia.

La sua carica dura un anno, come si svolgono le elezioni e i priori delle 17 contrade sono i “grandi elettori”? Si può essere rieletti a oltranza?
La carica di Rettore del Magistrato delle Contrade come quelle di membro della Deputazione Amministratrice, composta di tre membri oltre al Rettore e al Prorettore, dura un anno. Le elezioni si svolgono ogni anno entro marzo. Non ci sono limiti di mandati. L’elettorato sia attivo che passivo spetta unicamente ai Priori delle diciassette Contrade.

Un tempo essere contradaioli era un diritto acquisito con la nascita in città, oggi anche i senesi di adozione possono diventare contradaioli e fare carriera fino a diventare priori o magistrati come nel suo caso?
Una precisazione terminologica: il Magistrato è l’organo nel suo complesso, cioè l’insieme dei 17 Priori. Il ruolo invece è quello di “Rettore” che è il primus inter pares dell’organo stesso. Come recitano le Costituzioni della mia Contrada, si è contradaioli per nascita o per “elezione” nel senso di scelta. Si può quindi appartenere e anche rivestire ruoli in Contrada pur non essendoci nati purché come dicono sempre le Costituzioni si sia “dimostrato per lungo tempo indiscusso affetto ed attaccamento alla Contrada”.

Le spese sono tante, solo i costumi delle sfilate, si parla di 150 mila euro a contrada, o le monture ad esempio, artigiani che sono sempre più rarefatti, come risolvete il problema seppur in una terra che ha fatto dell’artigianato una eccellenza?
Le Contrade si finanziano esclusivamente con i contributi dei propri Protettori, cioè Contradaioli che pagano un contributo annuo a favore della Contrada stessa, e anche con i proventi delle attività svolte dalla Contrada stessa, in primis gli appuntamenti conviviali all’interno della Società. Per iniziative che comportano spese consistenti possono essere proposte raccolte volontarie tra i Contradaioli. Sicuramente il rinnovo dei costumi per il Corteo Storico rappresenta un impegno economico importante sia per le Contrade che per il Comune. il rinnovo avviene con cadenze di circa 25-30 anni e molte Contrade hanno in questi ultimi anni accantonato dei fondi a questo fine. Il problema del reperimento di artigiani in grado di portare avanti un’operazione complessa come il rinnovo dei costumi sicuramente esiste, ma in ogni Contrada ci sono persone che da sempre seguono queste tematiche e tengono vivi rapporti con aziende e artigiani del settore.

Un tempo anche il Monte dei Paschi la banca della città per storia e tradizione era un valido sponsor, uno dei principi della tradizione è non essere ” inquinati ” dagli sponsor che certamente non mancherebbero, come riuscite a sostenere i costi, oltre al volontariato dei contradaioli?
Sicuramente la Banca Monte dei Paschi è da sempre vicina al mondo delle Contrade. Non è mai stata considerata uno sponsor, ma una componente della realtà cittadina e le sue dirigenze sono state nel passato più o meno recente sempre consapevoli e coscienti del rapporto importante con le Contrade, ma devo dire che lo sono anche adesso pur nelle mutate condizioni del quadro generale. La Banca da sempre, così come la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, sostiene gli sforzi delle Contrade nella valorizzazione e salvaguardia dei patrimoni artistici e immobiliari che le Contrade possiedono. Comunque, per rispondere alla sua domanda, le Contrade non cercano e non vogliono sponsor e, come hanno fatto nei secoli, continueranno a provvedere alle proprie necessità.

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