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ELON UNO E TRINO

di Giovanni Vasso -

Elon Musk


Elon Musk superstar: prima ingaggia Tucker Carlson, il popolarissimo e controverso anchorman giubilato dalla Fox, per un “programma” su Twitter, poi attacca Meta sostenendo che Whatsapp spia gli utenti e lanciando, contemporaneamente, un servizio di messaggistica istantanea per l’Uccellino Blu e, infine, annuncia un drastico repulisti degli account fermi da anni avvisando osservatori, analisti e investitori: ci sarà un crollo di profili aperti, rinfocolando l’ormai antica polemica sui numeri veri del social che ha acquistato per 44 miliardi di dollari da Jack Dorsay e soci. Musk è uno che di comunicazione se ne intende. E infatti, in pochissimi giorni, riesce a lanciare (contemporaneamente) tre sfide digitali entrando a gamba tesa nel dibattito pubblico americano e occidentale. La prima a Google e Amazon che, tramite YouTube, Prime e Twitch vantano una posizione di assoluto rilievo nello streaming. Con Tucker Carlson, il cui licenziamento è stato oggetto di ferocissime polemiche, Twitter si prepara a diventare una sorta di piattaforma tv. L’attesa c’è: Carlson, infatti, potrebbe innescare valanghe di polemiche e, si sa, che specialmente online il dissing, cioè il litigio pubblico, calamita interesse che si traduce in clic e views. Inoltre, lo stesso Carlson potrebbe utilizzare il suo nuovo spazio per lanciare progetti e suggestioni nell’area politica della destra americana. L’altra grande sfida è stata notificata a Mark Zuckerberg. Twitter, che si pone come l’alternativa etica all’avidità dei colossi digitali, è pronta a lanciare un suo servizio di messaggistica. Musk ha lanciato l’idea condividendo il post di un utente che si riteneva spiato dal suo stesso profilo Whatsapp. E che aveva accusato Meta di utilizzare i microfoni anche durante il sonno per spiare l’uomo e carpirne i dati da riutilizzare per scopi pubblicitari, economici. La replica a Musk e all’utente è stata netta: Whatsapp non spia nessuno, il microfono non si attiva se non c’è una precisa autorizzazione e se disservizio c’è stato è colpa del sistema dello smartphone dell’utente e non dell’app. Intanto, il tycoon era già riuscito, in un colpo solo, ad attaccare la concorrenza e a pubblicizzare i nuovi servizi che verranno offerti dal suo social.
La terza e ultima sfida è più sottile. Perché, per comprenderne i termini, occorre fare un passo indietro. A quando, precisamente, Elon Musk ha deciso di comprare Twitter a suon di miliardi. Il patron di Tesla ha ingaggiato una furibonda battaglia, tracimata anche nei tribunali Usa, sulla valutazione di Twitter. Musk, infatti, ad aprile scorso aveva presentato un’offerta da 43 miliardi, poi diventati 44 dopo un abboccamento con il Cda che gli era, inizialmente, più che ostile. Poco meno di un mese dopo, a maggio, Musk ha tentato di ottenere uno “sconto”. Minacciando di tirarsi indietro dall’affare. Perché, come ha denunciato a più riprese, il social avrebbe avuto un valore di gran lunga inferiore a quello da lui sborsato. Ciò perché almeno il 20% degli utenti registrati sarebbero stati o account fake oppure dormienti, inutilizzati. Mentre a lui era stato assicurato che, al più, si sarebbe trattato del 5% del totale degli iscritti. Ora Elon ha annunciato la volontà di tagliare i profili fermi da anni. E c’è da aspettarsi un nuovo round di questa polemica. Enorme, sia dal punto di vista economico che, soprattutto, politico.

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