Economia

Elkann chiama alla Camera, i sindacati: “Ma lui non conta più”

di Cristiana Flaminio -


Elkann chiama, i sindacati rispondono. L’Italia è quel Paese in cui un Elkann può tranquillamente snobbare il Parlamento nel bel mezzo di una crisi epocale come quella dell’automotive, in Italia e in Europa. E, per evitare di bruciarsi definitivamente l’immagine e di rompere, una volta e per tutte, con il Paese, si degna di telefonare al presidente della Camera Lorenzo Fontana spiegandogli che, in fondo, la sua presenza a Roma sarebbe stata inutile dal momento che avrebbe potuto solo ripetere ciò che, ai deputati, ha riferito il suo amministratore delegato Carlos Tavares. E intanto mentre i partiti hanno fatto a gara nel condannare il forfait di John Elkann, una parola di distensione arriva da chi non te la aspetteresti, cioè dai sindacati. Il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri, che ha lanciato lo sciopero generale l’altro giorno insieme alla Cgil di Landini, ha riferito in tv di non aver chiesto al governo di convocare Stellantis e di non sapere “quanto Elkann sia in grado di indirizzare le scelte” del gruppo. Lo stesso Maurizio Landini, nella conferenza stampa con la Uil sull’iniziativa di protesta contro la manovra del governo ci aveva già messo il carico affermando, in sostanza, che prendersela con Yaki sarebbe un falso problema: “La Fiat non c’è più da un po’ di anni. E la famiglia Agnelli non comanda più. Non so se tutti se ne sono accorti e se lo sono messi in testa. Dove sono stati in questi anni tutti quelli che oggi si svegliano per dire che c’è un problema?”. Forse a cercare il “padrone” di Stellantis.


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