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Elisa Di Eusanio: “In Club 27 vi raccontoAmy Winehouse e tutti gli altri. Me compresa”

di Nicola Santini -


“Club 27” è il titolo di un evento di musica live e prosa in cui verranno omaggiati alcuni degli artisti musicali che sono deceduti a 27 anni e che hanno lasciato una traccia indelebile nel panorama musicale e non solo, in scena allo Spazio Diamante, Sala White, di Roma. A interpretarlo è una delle attrici e autrici più richieste del momento, Elisa Di Eusanio, che si racconta a L’identità.

Elisa, come nasce questo nuovo progetto?
Club 27 nasce, come cita appunto il titolo stesso, come un omaggio, un tributo ad alcuni dei più grandi artisti del rock scomparsi a 27 anni, nei confronti dei quali sono particolarmente legata, che hanno segnato dei periodi particolari della mia vita, fin dall’adolescenza, dal liceo, per arrivare poi ad Amy Winehouse, che per me è veramente un’artista a cui sono profondamente connessa. Sono tutti deceduti a 27 anni, quindi già questo è un caso clamoroso, vittime di tossicodipendenza; mi sono accorta scrivendo, che le loro vite si intrecciavano senza dubbio anche con la mia. Perché quando si parla di fragilità dell’anima, di trappole, come quella che può essere la dipendenza patologica, siamo tutti interconnessi, non esistono VIP, operai, cantanti, attrici, attori, gelataie e commesse, siamo tutti uguali, tutti allo stesso livello. Come peraltro dovremmo sempre essere, ma all’essere umano piace creare gerarchie. E quindi dentro le loro storie si è intrecciata la mia e credo probabilmente la vostra, nel senso del pubblico, perché è un progetto che va a toccare veramente le corde dei cuori e della pancia delle persone, per i temi proposti, per l’energia che si emana in scena, e quindi sono molto grata di fare questo progetto che, insomma, si prende un po’ cura delle anime fragili, delle anime ribelli.

Quale consideri la tua più grande soddisfazione ottenuta sul lavoro?
Essere arrivata a un punto della mia vita in cui sto iniziando a capire molto bene che tipo di artista voglio essere e che senso dare alla mia professione. Aver iniziato da qualche anno a scrivere dei progetti per me e portare in scena degli argomenti che io voglio trattare e che quindi nascono da delle urgenze mie è una grandissima soddisfazione. Indipendentemente da dove lo faccio, da quanto grandi siano gli spazi, da quanto pubblico mi segue è proprio l’aver trovato appunto questa centralità del mio mondo che mi rende molto orgogliosa. Per quello che riguarda Club 27 la soddisfazione più grande in assoluto sono le reazioni del pubblico, i messaggi che ho ricevuto, le lettere da cui si vede che non sono parole di circostanza, ma nascono veramente dall’esigenza delle persone, di esprimere i loro sentimenti a seguito della visione di qualcosa che, evidentemente, è riuscito ad emozionarli.

Progetti futuri?
Ho in uscita in inverno su Mediaset – Canale 5 una fiction “Le onde del passato” con Anna Valle, Irene Ferri e Giorgio Marchesi e la regia di Giulio Manfredonia; sono contenta di questo progetto perché è stata un’esperienza umana molto bella. In più sarò alla Sala Umberto a marzo con un bellissimo spettacolo “L’uomo dei sogni”, scritto e diretto da Giampiero Rappa, prodotto da Alessandro Longobardi e dal Teatro Stabile del Veneto, ed è veramente un testo meraviglioso con una compagnia di attori straordinaria (con me Nicola Pannelli, Andrea Di Casa ed Elisabetta Mazzullo) e sono veramente felice di poter fare del bel teatro.


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