Efficienza energetica delle case, in Italia strada ancora lunga
Efficienza energetica, procede la marcia delle prestazioni del parco edilizio nazionale pubblico e privato: lo rileva il quarto Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici di Enea e Comitato Termotecnico Italiano sulla scorta di 1,3 milioni di attestati di prestazione energetica, gli Ape registrati nel Sistema informativo nazionale. Diminuiscono lentamente gli immobili nelle classi energetiche peggiori F e G segnando un -3,7%. Con la stessa percentuale aumentano quelli nelle classi più performanti A4-B. Tuttavia – questo, un dato che fa riflettere – la distribuzione per classe energetica conferma che circa il 55% dei casi censiti sono caratterizzati da prestazioni energetiche basse (classi F-G). Come a segnalare una parziale affermazione della cultura dell’efficienza energetica, alla fine fatta valere solo puntando a risultati di minore valore.
La quota più consistente di Ape è stata emessa dalla Lombardia (20,5%), seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%). Crescono, sempre lentamente, le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni profonde, il 5,7% e il 4,1% degli Ape 2022, 17mila quelli degli edifici a energia quasi zero, i Nearly Zero-Energy Buildings realizzati tra il 2015 e il 2022.
Cresce anche anche la consapevolezza dell’utilità della digitalizzazione degli Ape e del Catasto Energetico Unico regionale, del ruolo del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici e delle altre applicazioni informatiche di Enea.
Motivo di ulteriori riflessioni riserva l’esito di un questionario somministrato a associazioni, consorzi e ordini professionali. In generale, discutere il futuro della certificazione energetica anima un clima di incertezza e perplessità sulla realizzabilità di prossimi obiettivi, percepiti come eccessivamente ambiziosi.
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