Esteri

È rottura tra Spagna e Algeria

di Davide Romano -


Il Paese nordafricano ha sospeso il Trattato di amicizia con Madrid siglato nel 2002. Una risposta alla decisione spagnola di appoggiare il Marocco nel conflitto del Sahara Occidentale

L’Algeria è passata dalle parole ai fatti e ha deciso di sospendere il Trattato di amicizia e cooperazione che dal 2002 la legava alla Spagna. Già nelle scorse settimane il governo algerino aveva più volte ventilato l’ipotesi di arrivare ad una rottura se Madrid avesse proseguito con il percorso di avvicinamento al Marocco. La rivalità tra Algeri e Rabat non è certo una novità e negli ultimi tempi sono tornati anche a soffiare venti di guerra sulla questione del Sahara Occidentale; tensioni che meno di un anno fa hanno causato la rottura delle relazioni diplomatiche tra Algeria e Marocco. Nello stesso periodo la Spagna, dopo aver superato la crisi dei migranti nelle enclavi iberiche in territorio marocchino di Ceuta e Melilla, ha stretto sempre più i rapporti con il regno magrebino di Mohammed VI. A causare l’irritazione dell’Algeria, fino al punto di arrivare alla crisi diplomatica con la Spagna, ci sono due questioni principali.

La prima è l’intenzione di Madrid di voler riaprire il gasdotto Maghreb-Europe Gas Pipeline, che dal giacimento di Hassi R’mel in Algeria trasportava dieci miliardi di metri cubi all’anno passando per il Marocco e raggiungendo via mare Cordoba. Il gasdotto era stato chiuso dal governo algerino nel novembre scorso proprio a causa delle tensioni con il Marocco; adesso Madrid lo vorrebbe riaprire ma invertendo il flusso, rivendendo a Rabat lo stesso gas algerino che ora raggiunge la Spagna attraverso l’unico gasdotto operativo, la condotta sottomarina che da Beni Saf arriva fino ad Almeria. Di fronte a questa ipotesi l’Algeria aveva minacciato di sospendere le forniture alla Spagna, il che rappresenterebbe una vera e propria catastrofe per Madrid che dipende per il 40% dal gas algerino.

La seconda ragione dell’irritazione algerina è la presa di posizione del premier spagnolo, Pedro Sanchez, a favore del Marocco nel conflitto del Sahara Occidentale. Per Algeri il riconoscimento dell’autonomia marocchina nella regione da parte di Madrid è “ingiustificabile” e rappresenta l’appoggio “a una formula illegale e illegittima di autonomia interna difesa dalla potenza occupante” nonché una “violazione del diritto internazionale”. L’Algeria appoggia la causa del popolo saharawi e del Fronte Polisario, il movimento politico che si batte per l’indipendenza del Sahara Occidentale dall’occupazione marocchina, ospitando a Tindouf il governo in esilio dell’autoproclamata Repubblica Araba Sarahawi. Il cambio di posizione del governo spagnolo è per l’Algeria una giravolta inaccettabile.

Accuse ovviamente rigettate da Madrid: “La Spagna non ha disatteso la causa del popolo Saharawi. Al contrario, abbiamo collocato il dibattito dove crediamo dovrebbe essere: nella ricerca attiva di una soluzione politica, reciprocamente accettabile, nel quadro delle Nazioni Unite”, è stata la risposta del ministero degli Esteri spagnolo, che deplora la decisione dell’Algeria, un Paese definito “vicino e amico”. La Spagna ha ribadito “la sua piena disponibilità” a mantenere un rapporto di cooperazione con il Paese nordafricano, anche perché il timore è che l’Algeria stringa sempre di più i rapporti con l’Italia, arrivando se non a interrompere, a limitare le forniture di gas naturale in favore invece del nostro Paese, che potrebbe diventare il principale hub europeo del gas algerino.

Da Madrid almeno ufficialmente non considerano un’ipotesi possibile un’interruzione delle forniture di gas algerino, sottolineando come il contratto principale di fornitura, quello che unisce la società spagnola Naturgy con la società statale algerina Sonatrach, scade nel 2032. La fornitura dovrebbe quindi essere garantita e non in pericolo, ma l’Algeria con la sospensione unilaterale di un trattato di amicizia e cooperazione ventennale ha dimostrato di non essere un Paese  affidabile. Considerazioni che dovrebbero interessare anche l’Italia, visti i recenti accordi che puntano a fare di Algeri nel prossimo futuro il principale fornitore di gas naturale per il nostro Paese.


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