E’ rigido “l’inverno demografico”: gli over 65 sono il doppio di bambini e adolescenti
Nel 2024, l’indice di vecchiaia ha continuato a segnare rosso fotografando un Paese dove gli ultrasessantacinquenni sono circa il doppio dei giovani in età compresa tra 0 e 14 anni: l’inverno demografico non accenna a fermarsi. Una deriva, quella dell’invecchiamento che, secondo le proiezioni dell’Istat, continuerà a progredire: la popolazione italiana nel complesso si ridurrà di circa 4 milioni e 200 mila individui, riportando rispetto al 2024 un decremento pari a -7,1%.
Secondo il report Enpaia Censis, questo fenomeno è il prodotto di due cause. Da un lato, la speranza di vita, che tra il 1983 e il 2023 è aumentata di 8,5 anni, è destinata a crescere da qui al 2050 determinando una maggiore proporzione di persone di età compresa tra 80 e 90 anni, molte delle quali in condizioni di fragilità. Dall’altro, il baby crash – la diminuzione della natalità – che ha fatto seguito al baby boom, all’origine del maggioritario contingente di persone tra i 45 e i 65 anni presente nella popolazione italiana e che pone peraltro problemi di sostenibilità del sistema pensionistico.
Nell’arco di vent’anni in Italia le nascite sono precipitate, passando da 544.063 del 2003 a 379.339 nel 2023. Meno nati, meno giovani e un‘impetuosa avanzata di anziani – viene rilevato dall’Osservatorio Enpaia – rendono fragile la struttura demografica interna e insidiano la tenuta del sistema Paese: impattano sulla creazione e redistribuzione della ricchezza ma anche sulla forza lavoro disponibile per le imprese (nel 2050 si ridurrà di 2 milioni e 200 mila unità).
Questa crisi, l’inverno demografico, avverte il presidente di Enpaia Giorgio Piazza, è trasversale nei suoi effetti e già si manifesta sul mercato del lavoro con importanti riflessi sul sistema previdenziale e sul ricambio generazionale nelle imprese. Inoltre, modifica la domanda di istruzione, sanità e servizi alla persona, scaricandosi su una situazione economica gravata da un alto debito pubblico e un rilevante tasso di evasione fiscale e andando a pesare su una struttura produttiva fragile, con effetti imprevedibili sul sistema sociale ed economico del nostro Paese.
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