E’ ora di deporre le armi. A Kiev, a Mosca e nell’Ue
Sono ore decisive quelle che seguono il botta e risposta tra il presidente Usa Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin. Mentre le rispettive diplomazie lavorano ai negoziati per un cessate il fuoco, Trump ha chiesto a Putin di risparmiare i soldati ucraini circondati nel Kursk, il territorio russo occupato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e che ora è stato quasi del tutto riconquistato da Mosca.
Il capo del Cremlino ha risposto all’inquilino della Casa Bianca che per esaudire il suo desiderio Zelensky deve ordinare ai suoi soldati di deporre le armi. Putin ha assicurato che a chi si arrenderà verrà garantita la vita e un trattamento dignitoso.
Intanto la Commissione Ue sta correndo a testa bassa verso il riarmo, verso una spesa folle in armamenti. Il tutto non solo fuori tempo massimo, visto la strada della pace imboccata da Mosca e Washington, ma
anche contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini europei.
È giunta l’ora di deporre le armi. A Kiev, a Mosca e a Bruxelles.
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