E il governo dichiarò guerra al granchio blu. Lollobrigida: “Subito 3 milioni e poi una strategia per il futuro”
In Europa la solitaria battaglia contro un pacchetto pesca penalizzante, in Italia il governo ci tiene a riservare attenzione ad un settore per il quale punta a raggiungere una sostenibilità – così le ripetute dichiarazioni del ministro Francesco Lollobrigida – che sia ambientale ma al contempo economica.
“Abbiamo stanziato 2,9 milioni formalizzati nel CdM – ha detto il titolare del ministero dell’Agricoltura a Porto Tolle in Veneto nella sede del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, riferendosi all’emergenza granchio blu che ha aggredito le coste adriatiche fino alla zona lagunare del Paese e annunciando un incontro odierno al ministero- . Con tutte le associazioni, insieme ai dirigenti, intendo definire in maniera puntuale quali sono gli interventi da programmare”.
Lollobrigida vuole rassicurare il comparto veneto piagato dall’invasione del granchio blu: “Siamo in un’area molto rilevante per la pesca che in questo momento ha una criticità dovuta ad un nimale allogeno che quest’anno si è moltiplicato in maniera pericolosa. Per il governo Meloni la pesca, su cui in questi anni si è investito poco, è strategica. Con la pandemia e poi con la guerra di aggressione della Russia verso l’Ucraina, si è compreso meglio quello che noi dicevamo da tempo, ovvero che le filiere lunghe di approvvigionamento non sono sufficienti e sono instabili. Bisogna rimettere al centro la nostra produzione, la nostra economia e tra questi elementi sicuramente l’agricoltura, l’allevamento e la pesca. Intendiamo investire il più possibile per rilanciare queste attività”.
L’occasione per ribadire “una vocazione strategica nell’affrontare i problemi e ragionare non solo su quello che avviene oggi, ma su quello che non deve avvenire in futuro. Su questo argomento, in particolare, ci sono idee che vengono portate avanti dalle associazioni e dai nostri tecnici del ministero. Dobbiamo definire non solo le aree ma anche le modalità di intervento e le misure più idonee da intraprendere”.
Dal canto suo, Coldiretti rilancia l’allarme, ribadisce la conta dei danni e chiede che la manovra del Governo preveda un’azione valida in tutto il Paese per la specie un tempo aliena nel Mar Mediterraneo ma che oggi è arrivata a prendere il sopravvento nei fondali della costa adriatica sterminando vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi.
Il fenomeno sta assumendo le proporzioni di una vera e propria “calamità naturale” – denuncia l’associazione presieduta da Ettore Prandini -, “che minerà la sopravvivenza della principale economia ittica del Delta del Po. La conseguenza, se questo fenomeno non verrà affrontato e fermato, sarà la chiusura di circa 3mila imprese familiari e la scomparsa di vere e proprie eccellenze alimentari. Ma ormai la presenza del granchio si segnala su tutte le sponde dell’Adriatico, da Nord a Sud”.
Il ministero – commenta Coldiretti – ha già autorizzato in via eccezionale la pesca del granchio blu negli impianti di molluschicoltura nella Sacca di Goro. Analogo provvedimento è stato adottato dagli uffici della Regione Emilia Romagna includendo anche la zona di Comacchio. Ma la possibilità – questa la richiesta – va estesa a livello nazionale, consentendo la cattura del granchio blu e la sua commercializzazione puntando alla necessità di salvaguardare la biodiversità dei nostri mari”. Un’azione che potrà essere realizzata con la partecipazione diretta della marineria nazionale. Di questo – sottolinea infine l’associazione – andranno considerati i costi.
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