Dubbi russi sull’apertura Usa: “Conta la realtà sul campo”
La Russia non si aspetta miglioramenti sostanziali delle sue relazioni con gli Stati Uniti. A dichiararlo è stato il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, citato dalla Tass. “Non siamo troppo ottimisti su un miglioramento su questo fronte, rispetto ad altri”, ha detto il diplomatico nel corso di una conferenza stampa.
“Nella politica interna degli Stati Uniti e nel rigido ambito della loro politica estera, la Russia è stata ufficialmente designata come grande avversario, come ci chiamano ufficialmente. Questa percezione è stata a lungo rafforzata da un consenso bipartisan negli Stati Uniti”, ha aggiunto Ryabkov.
Per l’alto diplomatico russo, il coinvolgimento degli Usa nel conflitto in Ucraina è ampio e profondo, come dimostrano le “armi all’avanguardia fornite da Washington al regime di Kiev, tra cui i sistemi missilistici a lungo raggio”.
Il vice capo della diplomazia russa ha voluto in ogni caso ribadire l’apertura al dialogo e la disponibilità “a discutere della soluzione ucraina, ma solo su una base paritaria e reciprocamente accettabile”, previo riconoscimento delle “realtà sul campo” e con lo sradicamento “delle cause” alla base della crisi che ha portato all’inizio dell’operazione militare speciale.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato di non poter né confermare né smentire le notizie relative a contatti tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco che si terrà alla fine della settimana. Lo hanno annunciato gli organizzatori, che sperano di fare dell’evento una sorta di trampolino di lancio “verso la pace in Ucraina”. All’incontro, che si svolgerà da venerdì a domenica, saranno presenti anche funzionari dell’amministrazione Trump. “Partiamo dal presupposto che le discussioni si svolgeranno a margine” della conferenza, ha spiegato il presidente della Conferenza Christoph Heusgen.
Il leader conservatore tedesco Friedrich Merz, in corsa per diventare il prossimo cancelliere, ha promesso di lavorare a stretto contatto con Gran Bretagna, Francia e Polonia sugli aiuti militari agli ucraini, anche per quanto riguarda la fornitura di armi come i missili da crociera Taurus.
Intervenendo a un evento organizzato dalla Dpa, Merz ha osservato che la Germania dovrebbe “lavorare molto più da vicino” con questi alleati sulla questione dei sistemi d’arma come i missili da crociera Taurus, prodotti in Germania.
Zelensky ha più volte fatto pressioni su Berlino affinché gli fornisse i suoi missili a lungo raggio, ma il cancelliere in carica Olaf Scholz ha tenuto duro, adducendo il timore che un supporto di questo tipo potesse trascinare la Germania nella guerra con la Federazione russa.
L’esponente della Cdu si è rammaricato del fatto che nei tre anni di guerra “forse non ci sono state abbastanza risposte militari strategiche congiunte da parte dell’Unione Europea”. Ha anche respinto le critiche del presidente del socialdemocratico Lars Klingbeil, che lo aveva accusato di “procedere a zigzag” sulla questione: “Ho sempre detto che avremmo dovuto consegnarli. Li avrei forniti”.
Centinaia di soldati russi feriti al fronte sono stati trasferiti in ospedali in Corea del Nord e gli orfani dei caduti hanno trascorso la scorsa estate al campo internazionale di Songsown, ha riferito l’ambasciatore russo a Pyongyang, Alexander Matsegora in un’intervista a Rossiskaya Gazeta, sottolineando che ogni aspetto del loro soggiorno di recupero “è gratuito, dalle cure al cibo”.
La Corea del Nord ha anche inviato migliaia di soldati di unità di élite in Russia che hanno combattuto nella regione del Kursk attaccata dagli ucraini, nel quadro di un accordo di partnership strategica sottoscritto lo scorso anno dai leader dei due Paesi. “Quando ci siamo offerti di offrire un compenso ai nostri amici almeno per parte delle spese sostenute, si sono offesi davvero e chi hanno chiesto di non farlo più”, ha concluso Matsegora.
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