Politica

Mario Draghi ha incontrato Marina Berlusconi a Milano

di Giovanni Vasso -


Due giorni dopo aver presentato il suo report sulle condizioni economiche dell’Unione, l’ex premier Mario Draghi avrebbe incontrato Marina Berlusconi. L’incontro, stando a quanto ha riferito l’Ansa, si sarebbe tenuto mercoledì scorso, 11 settembre, nell’abitazione milanese dell’imprenditrice. All’appuntamento avrebbe preso parte anche Gianni Letta. L’agenzia di stampa riporta che Draghi è stato visto uscire in auto da casa di Marina Berlusconi. Seguito, a breve distanza di tempo, da Gianni Letta. Per il resto, almeno per il momento, è buio fitto. Non si sa di cosa si sia parlato né si conoscono i motivi dell’incontro milanese né, tantomeno, le ragioni per cui la notizia stia cominciando a trapelare. Quello che però si può dire, per certo, è che le speculazioni politiche sono già iniziate e state pur certi che terranno gli italiani, almeno quelli che ancora s’appassionano alle trame della politica, incollati alle indiscrezioni, alle elucubrazioni, agli spifferi e ai retroscenismi. Gli ingredienti per il “caso” politico, a dirla franca, ci sono tutti. C’è un ex premier, Draghi, che rappresenta una wild card in mano all’Italia. E che ce l’ha, ricambiato, con una certa Europa frugale e rigorista che ha sognato di averlo rottamato con la corsa (fallita) dell’ex governatore Bce al Quirinale. C’è un piano, in ballo, che riscrive totalmente l’Ue e potenzialmente potrebbe trasformare l’Europa così come l’abbiamo conosciuta. Nel segno di un’unione più salda e del “debito comune”, l’investimento da mettere sul tavolo per garantire un futuro di “indipendenza e non di servitù” (ipse dixit) al Vecchio Continente. C’è poi la famiglia Berlusconi che, con la politica, ha un rapporto strettissimo e che di sicuro non sembra avere la minima intenzione di abdicare al ruolo, centrale sullo scenario nazionale, di Forza Italia che, negli ultimi mesi, ha ritrovato la via del protagonismo politico nella coalizione di centrodestra (e non solo) e punta a rimpinguare il consenso politico di cui gode.


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