Politica

Dossieraggio abusivo: scoppia il caso De Raho

di Giuseppe Ariola -


Come era prevedibile le reazioni politiche a quanto emerge dalla Procura di Perugia non si fanno attendere. Ad aprire le danze è Forza Italia con la richiesta che il vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia, il senatore grillino Cafiero De Raho, si astenga dal partecipare alle sedute che riguardano l’inchiesta, essendo stato procuratore nazionale Antimafia negli anni ai quali si riferiscono i fatti oggetto dell’indagine sulle ricerche illecite effettuate proprio da quegli uffici. Il presidente del gruppo azzurro, Maurizio Gasparri, la definisce “una questione da chiarire con assoluta urgenza. Siamo di fronte ad un conflitto di interesse enorme”. Linea sposata da Italia Viva che con il capogruppo alla Camera, Davide Faraone, parla di una richiesta “talmente di buonsenso che l’ex Procuratore nazionale antimafia ed attuale senatore 5 stelle avrebbe dovuto pensarci da solo e autonomamente trarre questa conclusione”.
Immediate le repliche di Pd, che con Franco Mirabelli denuncia un inaccettabile “tentativo di usare l’inchiesta di Perugia per screditare persone come Cafiero De Raho”, e Movimento 5 Stelle che fa sapere di rifiutare “con sdegno ogni allusione a fantasiosi conflitti di interesse” relativi all’ex numero uno della Dna.
Ma la diatriba non si esaurisce qui: ancora più dura è la reazione della Senatrice renziana Raffaella Paita secondo cui il parlamentare grillino dovrebbe addirittura “rispondere in commissione Antimafia, ma come audito, non come commissario”.


Torna alle notizie in home