Dossier illeciti, iniziati i primi interrogatori
Sono iniziati gli interrogatori davanti al gip di Milano Fabrizio Filice delle persone coinvolte nell’inchiesta sui presunti dossier illeciti che sarebbero stati confezionati dalla banda che fa capo alla società Equalize che fa capo a Enrico Pazzali, numero uno della Fondazione Fiera di Milano, autosospesosi dall’incarico in concomitanza con l’avvio delle indagini a suo carico. Gli indagati ascoltati questa mattina si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande formulate dal gip, riservandosi di farlo in un secondo momento, ovvero quando avranno avuto modo di approfondire il quadro indiziario formulato a loro carico dai magistrati. Più di un indagato ha comunque rilasciato esclusivamente dichiarazioni spontanee o depositato brevi memorie con la propria versione dei fatti rispetto all’impianto accusatorio che emerge dagli atti.
Secondo quanto emerso finora, il primo a comparire davanti al giudice, l’informatico ex Anonymus Nunzio Samuele Calamucci, ritenuto dagli inquirenti ai vertici dell’organizzazione su cui pende anche l’accusa di associazione per delinquere, nel corso delle brevi dichiarazioni rilasciate avrebbe detto a proposito degli accessi abusivi nel sistema SDI che “da quello che ho letto ci sono delle esagerazioni perché si rappresentano fatti che sono impossibili dal punto di vista empirico”.
L’amministratore di Equalize, l’ex super poliziotto Carmine Gallo, che pure si è si è avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe invece tenuto a sottolineare di aver “sempre rispettato la legge e lo farò anche ora. Sono stato un servitore dello Stato, ho sempre rispettato l’autorità giudiziaria e lo farò anche in questa occasione” ha detto dichiarandosi disposto a parlare ai pm in un futuro per dimostrare la propria innocenza. Eppure, secondo le prime ammissioni fatte dal poliziotto Marco Malerba, sarebbero stati effettuati degli “accessi abusivi per i dati, nell’ambito di un rapporto di scambio di favori” gli venivano richiesti proprio dall’ex capo, ovvero Carmine Gallo. Qualche ammissione c’è stata anche da Massimiliano Camponovo che avrebbe detto al gip di essere “preoccupato” e di temere “per la mia incolumità e quella della mia famiglia. Avevo percepito che dietro a questo sistema c’era qualcosa di oscuro quindi a un certo punto sono stato il mio posto. Mi passavano i dati e facevo i report”, è il senso delle dichiarazioni rilasciate.
Il militare della Guardia di Finanza della Dia di Lecce, Giuliano Schiano, sospeso dal servizio e accusato di aver passato dati riservati, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere e non avrebbe reso dichiarazioni spontanee.
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