Attualità

Dopo Sogei ancora tangenti, stavolta in Tim

di Angelo Vitale -


Ancora tangenti. Ancora Sogei indicata, per l’inchiesta che da giorni la riguarda, come fonte delle indagini che stavolta mettono nella bufera il Gruppo Tim guidato da Pietro Labriola, da pochi giorni confermato ceo e dg della partecipata Mef al 9,8% tramite Cassa Depositi e Prestiti. Ne risente il titolo, che ieri ha ceduto in Borsa prima il 3% a 0,24 euro, poi arrivato -2,7%.

Due episodi di corruzione che la Procura della Repubblica di Roma definisce “tra privati”. Coinvolti, con perquisizioni e sequestri nei loro domicili ma anche negli uffici delle società, un dirigente Tim, Simone de Rose e un procuratore di Ntt Data Italia, Emilio Graziano, rappresentante nel nostro Paese del colosso giapponese che è player mondiale della consulenza e dei servizi It e digitali. Il primo avrebbe ricevuto dal secondo una mazzetta da 50mila euro il 22 febbraio scorso e una seconda tangente dall’importo ancora indefinito il 15 maggio. I pm dicono “denaro non dovuto”, l’espressione utilizzata per un episodio che ancora evidenzia la permeabilità al malaffare di società di rilievo nell’economia nazionale, impegnate in settori considerati strategici per la crescita del Paese. E accaduti – giorni fa in Sogei con il dg Paolino Iorio ora in carcere, che sta collaborando con i magistrati, ieri in Tim – in imprese che sono controllate o partecipate dallo Stato. L’indice di operazioni d’affari che la cronaca segnala ormai come luogo di incrocio e frequentazione – negli appalti, nelle gare e nelle forniture – tra manager che trovano usuale e abituale oliare i meccanismi delle procedure per fare business.

Questa ultima inchiesta è emblematica. De Rose, da 30 anni nelle tlc, era in Tim responsabile dal 2019 nell’ambito della funzione Procurement per gli acquisti It e Ict Business. Nel dicembre 2021 era stato nominato ad interim responsabile della funzione Procurement. La collaborazione di Tim con Ntt Data Italia non è recente, oggi probabilmente più convinta in virtù dei piani della società di cui è ceo Ludovico Diaz, che punta molto sull’Italia (in Puglia e in Calabria) mirando ad un fatturato di un miliardo entro il 2028. Emilio Graziano ne è vicepresident, con l’incarico per lo Strategic Business Development. In Calabria con altri aveva fondato una startup poi acquisita da Ntt. Sui social, sui media e in tv – a Tokyo o in Italia – da anni promotore di una Calabria “diversa” e del valore della ricerca intrapresa per Tim ma anche con Poste Italiane e l’Università della Calabria.


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