Cultura & Spettacolo

Dopo anni di conflitti, la Giorgi ha poi fatto pace con Eleonora

di Redazione -


di FRANCESCO URRU
Nonostante gli anni siano passati, il cinema di qualità italiano per fortuna ancora ci accompagna. L’attrice che abbiamo incontrato è stato e resterà il simbolo di quel cinema, semplice divertente made in Italy. Ha fatto sognare milioni di persone con il suo sguardo ora si affaccia al mondo dello spettacolo con bellezza e maturità molto profonde, con tante riflessioni su di sé e sul futuro.
Com’è Eleonora fuori dal set e dal lavoro?
Bella domanda. Dopo 50 anni su 69 di vita pubblica, avendo iniziato la mia carriera a 19 anni, forse per 20 o 30 anni, “Eleonora” ed “Eleonora Giorgi” hanno convissuto in una maniera che dopo ho reputato sbagliata: è stato come se il titolare d’azienda e l’azienda conducessero lo stesso stile di vita. Poiché tu sei la tua stessa azienda, è difficile dividersi quindi per scelta da almeno 20 anni “Eleonora” ed “Eleonora Giorgi”, sono due entità distinte. Eleonora Giorgi è il prodotto dell’esperienza di una carriera lunghissima, di un rapporto meraviglioso e felice col pubblico, e racconta una storia che è passata attraverso i decenni, rappresenta qualcosa di storico; è molto attenta quando indossa i suoi panni in tv, sul set o quando presenta un festival. C’è un rapporto con gli altri, con la professione, con l’immagine pubblica quasi come l’impegno di un militare. Eleonora invece è una persona libera che fa i suoi sbagli, che comunque è dedita ad Eleonora Giorgi, è grata perché la Giorgi mi ha fatto passare con i suoi impegni una vita molto più interessante, talvolta più estrema, talvolta più sofferta rispetto a quella che avrebbe vissuto Eleonora!
Ora si dedica di più al suo nipotino…
No, il nipotino è arrivato da 14 mesi ed è il mio bene supremo, ma lavoro ancora: ho scritto un film su tema che mi sta molto a cuore: quest’estate elaborerò come libro. Ho scritto anche un format che ho presentato a una rete, ma non ti posso dire il contenuto.
Neanche un piccolo spoiler?
Riguarda un determinato argomento, una cosa che comunque sarebbe destinata sempre a un day time.
Che cosa pensa e spera di trovare dietro l’angolo Eleonora?
Penso che l’età ti porti ad essere più disincantata, ma volendo essere ottimista spero che dietro l’angolo ci sia il recupero della mia carriera di attrice, il recupero del rapporto col pubblico, il poter produrre il format di cui ti ho accennato, magari addirittura un amore. Invece quello che penso che ci sia è tanto complesso, ma che nel frattempo devo sapere apprezzare quello che c’è ovvero il quotidiano che è la realtà.
Si sente in corsa contro il tempo?
Assolutamente no, lo vivo serenamente, adoro stare nell’età che ho, perché mi sento molto più capace di fare e di pensare, ho il pregio di avere l’esperienza: questo non esclude la consapevolezza che il tempo davanti a me si sia molto accorciato.
La giornata tipo di Eleonora. Eleonora si sveglia e…
Faccio i miei esercizi di ginnastica, mi programmo entro sera di camminare; la mattinata cerco di non uscire mai, se non lavoro in TV. Poi ho tutte quelle che sono le routine abituali di chi non ha un compagno: io non condivido il piacere dei commercialisti, delle bollette, tutte le rotture di palle, le ho tutte io e ho ogni giorno queste pratiche. Normalmente esco verso le 14,30 e dedico il mio pomeriggio alle cose esterne che ho da fare, che includono talvolta tutti gli aspetti di Eleonora Giorgi, che possono essere i capelli vestiti, cose da mettere in ordine. Una parte del mio lavoro che è come quello di una costumista, quasi.
Si sente penalizzata ora rispetto al passato come attrice?
Penalizzata non è un termine giusto. Io ho una storia molto particolare che talvolta viene anche dibattuta, ma adesso sarebbe un po’ lunga, ma io sono sorprendentemente una che ha 10 anni di carriera favolosa che mi fanno entrare nel cuore degli italiani ancora dopo quarant’anni dalla produzione di un contenuto, di un patrimonio, cioè quei 40 film da protagonista. Alcune sono grandissime commedie, altre addirittura tipo, Borotalco, entrato nei migliori 100 film italiani. Quello è un patrimonio che è rimasto a disposizione del pubblico che ne fruisce ancora in TV dopo quarant’anni ed è pazzesco e che comunque quello che mi fa sentire oggi uguale a ieri, anche perché la mia giornata si svolge quando esco di casa in mezzo a un mondo che mi riconosce tutto ciò già sulla strada, appunto per me è una festa andare a prendere un caffè al bar.
Un film che vorrebbe rifare?
Se vuoi sapere qual è l’esperienza che rivivrei volutamente è Borotalco. La costruzione del personaggio, calarmi dentro fino in fondo al ruolo, è stato meraviglioso, tutto quel divertimento che c’è stato davanti e dietro le quinte. Io lavoravo già da 8 anni, avevo fatto grandi film da protagonista, ma non avevo mai lavorato coi miei coetanei. Con Carlo siamo stati alunni ed è stato fantastico. Cioè un’alunna con gli alunni in classe, capito? Non professori e presidi.
Che cosa teme Eleonora, cosa la turba?
Mi fa paura tutto quello, ho chiesto a paura a tutta l’umanità. L’incidente in agguato dietro l’angolo, un qualcosa di inaspettato, una malattia grave, una perdita della sussistenza… Non è qualcosa in sé, anche l’elenco le altre cose che neanche le posso dire nella vita può succedere tutto. L’imponderabile, mamma mia. Nel bene e nel male.
Visto che nella sua carriera ha fatto tutto, che ne direbbe di diventare influencer?
Quando ho iniziato la mia carriera, la scuola di pensiero di quel tempo era che il divo si nascondeva. Io cresco con intorno a me Monica Vitti, di Sordi, Manfredi, Tognazzi, Gassman, Mastroianni. Tutta gente schiva che non farebbe mai vedere il suo privato, eh. Poi è cambiato tutto. A me Instagram diverte. Esserci quando mi va. Se non mi va, non ho quella cosa professionale che invece il pubblico ha sui social. Non credo riuscirei a diventare un’influencer: ho quel senso del privato antico che mi ha forgiata, che per quanto mi son traghettata, comunque mi influenza e che forse è incompatibile con questa professione.

Torna alle notizie in home