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Dazi: Dombrovskis e la necessità di negoziare

Valdis Dombrovskis

L’Europa “vuole negoziare” e se a dirlo è un falco doc come il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis, c’è da credergli. Il rappresentante lettone dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen non è mai stato un tipo troppo accomodante. La sua (lunga) storia nelle istituzioni europee parla per lui. Ma da Varsavia, dove ha partecipato all’eurogruppo, Valdis Dombrovskis ha ribadito che Bruxelles, sui dazi, ha una sola parola d’ordine e cioè negoziare. Non a tutti i costi, sia chiaro. Ma perché c’è da difendere (quel che resta) dell’economia continentale. “L’Ue non ha iniziato lo scontro sui dazi con gli Usa né tantomeno lo vuole”, ha puntualizzato il commissario. Che ha aggiunto: “Continueremo a monitorare attentamente gli sviluppi finanziari nei giorni e nelle settimane a venire. Siamo pronti a negoziare una soluzione, difendendo al contempo i nostri interessi economici. Non c’è bisogno di continuare a danneggiare l’economia degli Stati Uniti e la nostra”. Dombrovskis, quindi, riferisce che le risposte arriveranno dai mercati (che si sono espressi in maniera estremamente sfavorevole rispetto ai dazi di Trump) e che una soluzione si troverà ma non per forza a strettissimo giro di posta. Sul tavolo, però, ci sono delle offerte interessanti. “Abbiamo offerto tariffe zero per zero sui beni industriali”, ha dichiarato Dombrovskis. Che, però, non vuole certo dare segnali di debolezza: “Ma naturalmente, se necessario, siamo anche pronti a rispondere con contromisure per proteggere i nostri interessi, i nostri cittadini e le nostre aziende”. Il braccio di ferro continua. Tra le due sponde dell’oceano Atlantico, però, il clima va rasserenandosi. Almeno per ora. C’è il nodo Cina da sciogliere ora che s’è capito, anche per i più testardi, che il vero obiettivo di Trump e Washington non è certo mortificare, ulteriormente, la già moribonda Ue ma lanciare un attacco su scala globale proprio al Dragone.