Rinnovabili, ma innanzitutto i rigassificatori: “Con il decreto Energia vogliamo liberare le grandi potenzialità del nostro Paese, per renderlo riferimento nel Mediterraneo sulle rinnovabili: un provvedimento che vale 27,4 miliardi di investimenti”. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin apre nuovamente ad una visione dell’Italia ponte per ,lo sviluppo delle rinnovabili verso l’Africa, ma il punto centrale del dl Energia approvato dal Consiglio dei ministri è il via libera ai due rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle.
Alle due opere, fino ad oggi avvertite pure con generalizzate polemiche e proteste da cittadini e ambientalisti, guarda la norma che determina che “le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse, sono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”. Un’etichetta che serve a superare lacci e vincoli, specie quelli locali: “indifferibilità e urgenza” la terminologia che ha accompagnato negli anni passati, nel nostro Paese, il via libera a iniziative che affrontassero l’emergenza rifiuti.
Nel dl Energia anche il “sostegno all’eolico galleggiante nel Mezzogiorno, con l’individuazione di due aree portuali del Sud per sviluppare investimenti nel settore, funzionali a ospitare piattaforme galleggianti” e un fondo per Regioni e Province Autonome da 350 milioni l’anno fino al 2032 per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell’installazione di impianti rinnovabili in aree idonee”.